Peurugia, 17 apr – Alla fine Catiuscia Marini si è dimessa dall’incarico di presidente della Regione Umbria. A seguito delle inchieste di questi giorni sulla Sanità nella regione e le selezioni “pilotate”, e soprattutto dopo il pressing da parte del Partito Democratico, a partire dal segretario Nicola Zingaretti, l’esponente dem ha chiesto le dimissioni. “Lo faccio per tutelare le istituzioni”, ha spiegato l’ormai ex governatore dell’Umbria.
“Così tutelo l’Istituzione che ho avuto l’onore di guidare”
In una lettera riportata dall’Adnkronos, la Marini rivendica le sue scelte: “Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta, perché – credetemi – io non ho niente a che fare con pratiche di esercizio del potere che non siano rispettose delle regole e della trasparenza, rifuggendo sempre da consorterie e gruppi di potere”. E ancora: “Le istituzioni – scrive Marini – vengono prima delle persone che le guidano e non possono avere ombre che rafforzerebbero il già difficile rapporto di fiducia con i cittadini. Ritengo doloroso, ma giusto, rassegnare ora le mie dimissioni da Presidente della Regione Umbria, perché ritengo di tutelare così l’Istituzione che ho avuto l’onore di guidare, salvaguardare l’immagine della mia regione e della mia comunità e al tempo stesso avere la libertà di dimostrare la mia correttezza come persona e come amministratore pubblico. So così di fare la cosa più giusta e più coerente con i miei valori, quelli della mia famiglia e con quelli della comunità politica a me più vicina”.
“Pd malato di giustizialismo”
In un’intervista a Repubblica, la Marini accusa il suo partito: “Pensavo che il Pd del 2019 fosse una forza riformista e garantista, non una comunità di giustizialisti. Mi sbagliavo”. “Il giustizialismo è una malattia – accusa -. Noi continuiamo ad averla anche quando il Movimento 5 stelle si sta avvicinando al garantismo. Questa cosa fa ridere, non trova? Però spero che siano voci dal sen fuggite”.
Zingaretti: “Grazie per aver messo al primo posto il bene della Regione”
Subito dopo le dimissioni è intervenuto Zingaretti: “Voglio ringraziare Catiuscia Marini, che con le sue dimissioni ha scelto di mettere al primo posto il bene della sua Regione“. Poi lo stesso segretario del Pd ha aggiunto: “Catiuscia, in questi anni è stata al servizio delle istituzioni e dell’interesse generale e ha garantito all’Umbria sviluppo e qualità della vita e dei servizi. E’ stata una guida apprezzata per i suoi territori e benvoluta dalla sua comunità. Ora, sebbene in presenza di un’indagine che è ancora allo stato preliminare, ha scelto con responsabilità di fare un passo indietro proprio allo scopo di evitare imbarazzi e strumentalizzazioni per la sua Umbria. Da garantisti, aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso prima di emettere giudizi definitivi. Spero lo facciano tutti“.
Salvini: “Dimissioni utili se permetteranno all’Umbria di cambiare”
“Non commento iniziative giudiziarie, non entro nel merito di indagini che non conosco: io penso che i cittadini umbri meritino un diverso governo regionale non per le inchieste ma perché come dicono loro stessi da troppo tempo la regione è governata male“. Il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, risponde così a Radio anch’io ad una domanda sulle dimissioni della Marini. Sono “dimissioni utili e positive se permetteranno agli umbri di cambiare“, conclude il leader della Lega. Al di là delle dovute belle parole dell’ex governatore e del segretario, l’inchiesta sulla Sanità è l’ennesimo colpo alla credibilità del Pd – che peraltro ha puntato sul “volto nuovo” del governatore del Lazio – indagato a sua volta per finanziamento illecito. I dem ora dovranno fare i conti con una regione (un tempo roccaforte rossa) che presto tornerà al voto.
Adolfo Spezzaferro
2 comments
[…] del governo, è piuttosto surreale sentirlo parlare di giochi di palazzo e ipocrisie. Dopo il disastro del Pd in Umbria è un po’ come girarsi dall’altra parte fischiettando e puntando il dito […]
SCANDALO REGIONE UMBRIA – VICENDA SOTTOSEGRETARIO SIRI: E FU COSI’ CHE PARTITO DEMOCRATICO E MOVIMENTO 5 STELLE DECISERO DI AIUTARSI A VICENDA
Nenè: amici…. Che ne dite degli ultimi recenti sviluppi della “Vicenda del Sottosegretario leghista Siri”?
Santo: credo che ci sia un punto sul quale tutti quanti possiamo essere d’accordo.
Nenè: quale?
Santo: ha oscurato del tutto lo scandalo e il conseguente naufragio della Giunta regionale dell’Umbria che ha comportato le dimissioni della sua Presidente Marini. Dimissioni che porteranno allo scioglimento del Consiglio regionale e quindi a nuove elezioni.
Vanni: in effetti è da giorni che giornali e televisione non fanno altro che parlare del “Caso Siri” e oscurato quasi del tutto la gestione sanitaria portata avanti in Umbria dal Partito Democratico che ha portato alla crisi una Regione dove il Partito Democratico governava ininterrottamente dal 1970.
Ludovico: potremmo dire, richiamando un vecchio proverbio, che “chiodo schiaccia chiodo”.
Marco: lei, Prof. Vezio, che idea s’è fatta di questa vicenda che vede su fronti contrapposti Lega e Movimento 5 Stelle e che, nonostante tutto ciò, li vediamo ancora alleati nel sostenere l’attuale Governo””?
Vezio: non sempre, amici miei, a pensar male si sbaglia. Vedete…
Nenè: che cosa?
Vezio: ho una strana sensazione che mi fa pensare a un vero e proprio accordo segreto tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Vanni: cosa prevedrebbe questo accordo?
Vezio: uno scambio di favori che prevede un reciproco aiuto tra il Segretario del Partito Democratico Zingaretti e il capo politico del Movimento 5 Stelle Di Maio. Vedete? Di Maio è in affannosa difficoltà nel fronteggiare una Lega con il vento in poppa: le urne alle elezioni regionali e locali svoltesi nell’ultimo anno ci hanno consegnato un Movimento 5 Selle in caduta verticale di consensi e la Lega in continua ascesa. Il Partito Democratico, da parte sua, è ben lontano dal 40% conseguito alle ultime europee e con lo scandalo umbro corre il rischio di ottenere un risultato che a livello nazionale potrebbe a malapena raggiungere il 20%.
Santo: quindi?
Vezio: vedete… con questo accordo il Partito Democratico dà una mano al Movimento 5 Stelle nel continuare a soffiare a soffiare sulla “Vicenda del Sottosegretario leghista Siri” così da oscurare lo “scandalo sanitario della rossa Umbria” che vede in solitario il Partito Democratico come unico protagonista. Uno scandalo del quale in effetti nell’ultima settimana non c’è più traccia nel dibattito politico.
Il Movimento 5 Stelle, da parte sua, continuando a chiedere, con l’aiuto del partito di Zingaretti, le dimissioni del Sottosegretario leghista Siri spera di dare di sé l’immagine di una forza politica capace di bloccare l’avanzata leghista e così recuperare il terreno perso rispetto alla Lega di Salvini.
Come vedete Zingaretti e Di Maio stanno applicando alla lettera il proverbio vecchio ma ancora efficace il quale dice “una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia”. Oppure l’altro proverbio che dice “io do una cosa a te se tu dai una cosa a me”: una frase che già usavano i latini nella forma “do ut des”. Un invito, in entrambi i proverbi, alla collaborazione reciproca in vista dei reciproci vantaggi
Uno scambio di favori che, a detta di coloro che frequentano i palazzi del potere, potrebbe prefigurare future e più intense collaborazioni tra i due.
(Dai Dialoghi svolti al Circolo della Concordia)
gcastronovo.blogspot.it
Giuseppe Castronovo