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Cara sinistra, quello che voi chiamate “odio” in realtà è solo dissenso

by Valerio Benedetti
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Roma, 22 feb – È appena di ieri la notizia che l’AgCom, il Garante delle comunicazioni, ha operato un giro di vite draconiano sui cosiddetti «reati d’odio». In poche parole, sono previste multe salatissime per chiunque, dalla tv ai social, esprimerà opinioni «sessiste» e «xenofobe». Questa misura da Grande fratello, d’altronde, è la logica conclusione di due anni di battaglie che la sinistra globalista e politicamente corretta ha ingaggiato contro hater e fake news. E così il «mondo libero», per combattere la «devianza» rispetto al «pensiero unico», si riscopre figliocco della Stasi e di Torquemada.  

Odio o censura?

Ma è proprio vero che il bersaglio di queste misure repressive sia effettivamente l’«odio»? Ovviamente no, e vi spieghiamo pure perché. La sinistra cosmopolita aveva salutato con urla di giubilo il mondo 2.0, fatto di social network e comunicazione istantanea che avrebbero connesso tutti gli uomini del pianeta, abbattendo così frontiere e pregiudizi. Eppure, per la famosa legge della eterogenesi dei fini, un effetto collaterale di questo fenomeno mediale è stato che la sinistra ha scoperto finalmente un oggetto per lei fino ad allora misterioso: il dissenso.

Dalla cattedra alla platea

Pensiamoci bene: in un mondo senza social, la comunicazione ufficiale non ha mai conosciuto un controcanto. Tutto era filtrato, vagliato, omesso. Oggi è ancora in parte così, certo, ma i social hanno comunque fatto emergere tutto un «sottobosco di realtà» che voi, cari compagni, avete sempre ignorato. Volutamente. Rinchiudendovi nel vostro mondo ovattato, fatto di buona creanza politicamente corretta e lezioni ex cathedra, vi siete sempre sottratti al contradditorio. Ora invece, con i social, vi ritrovate al piano zero della comunicazione. E, ammettetelo, avete scoperto che democrazia e pluralismo non vi piacciono poi così tanto. Meglio allora rifugiarsi nelle torri d’avorio e nei salotti buoni della televisione. E, se questo non è possibile, decidete di passare al contrattacco. Il problema è che, lontano dalla cattedra, non vi trovate affatto a vostro agio: di qui la rabbia e l’arroganza dimostrate verso i «plebei», i «razzisti», i «rozzi», gli «analfabeti funzionali». E, se anche questo non basta, vai di censura. Siate onesti, cari compagni: se c’è dell’odio oggi in Italia, è solo ed esclusivamente il vostro.

Valerio Benedetti

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4 comments

Fabrizio 22 Febbraio 2019 - 4:42

“Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda”
(Pier Paolo Pasolini in una discussione con Alberto Moravia).

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Bracco 25 Febbraio 2019 - 11:54

Hai centrato il problema!
E’ una sorta di arma di distrazione di massa che usa il potere per distrarre la gente e far credere di vivere in una società perfetta,ma minacciata da una sorta di anticristo mitico.
Se inoltre ci si fa caso,il cinema “impegnato” come quello degli anni ’70 in cui si vedevano un Giannini,un Volontè,una Melato,etc,sembra esser morto da tempo.
Un cinema spesso fabbrica di dissenso verso questa società consumistica al di là del fatto che fosse di sinistra o meno,la sinistra di allora era molto più seria e credibile.
Forse sanno che il cosiddetto “fascismo” è qualcosa insito nell’animo degli italiani,la maggior parte dei quali è nata dopo la caduta del Fascismo,che oggigiorno,se questi cosiddetti o sedicenti “antifascisti” non ne mantenessero la memoria con manie da feticisti,il fascismo storico sarebbe stato archiviato al pari del Garibaldismo o dei Moti Carbonari.Insito nell’animo degli italiani come una forza patriottica,identitaria e di consapevolezza,la consapevolezza che siamo dei fottuti geni e questa caratteristica la vedono molto all’esterno che ci ammirano e invidiano.

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Raffo 23 Febbraio 2019 - 8:12

Articolo sintetico e pungente, il ritratto di una sinistra ignobile e dittatoriale che attraverso la menzogna vuole mettere il bavaglio a chi critica il vomitevole ed ipocrita buonismo comunistoide……..integralisti ed intolleranti non comprendono che il loro mondo irreale marziano ha portato al popolo italiano solo povertà, delinquenza e degrado………penosi.

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paleolibertario 24 Febbraio 2019 - 2:45

È un loro vecchio vizio, quello di squalificare a priori le posizioni altrui. Per quelli di sinistra non esiste un nemico leale che può anche avere ragione ma esiste soltanto il cattivo o l’ignorante; è naturale che poi finiscono per parlare di odio (accusa che potrebbe essere invece rivolta a loro, vista la connotazione personale e privata dell’odio). “Sessista”, “xenofobo”, ecc., tutte qualifiche che non entrano nel merito delle varie questioni ma che servono a pre-giudicare chi non si adegua al loro pensiero. Chi non è di sinistra non ha un’idea diversa ma è nell’errore, e quindi va debitamente “rettificato”, eventualmente anche con la forza o con l’emarginazione.

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