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Spread e capitale: la teologia dei mercati nervosi

by La Redazione
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diego fusaro filosofo

Così parlò non Zarathustra, ma il profeta dell’eterno ritorno del libero mercato deregolamentato, Cottarelli: «Non stiamo giocando al monopoli. Lo spread è pericoloso». Parole chiare e puntuali, non v’è che dire. Preci religiose e geremiadi di prelati ossequiosamente devoti ai Mercati. Ecco cos’è oggi la civiltà ultraclassista e iperreificata del libero mercato che opprime popoli e lavoratori: una teologia della disuguaglianza sociale e della disumanizzazione dei rapporti umani. Rinserrati nei loro più remoti e imperscrutabili loci, i Mercati stanno tuonando apocalitticamente contro il popolo italico, reo di aver votato altrimenti: «Penitenziagite! Penitenziagite!».
Una religione mondanizzata e senza dogmatica, ma con culto ininterrotto, come già evidenziò Walter Benjamin. L’abbiamo capito, ormai. Non v’è più alcun dubbio. Per i signori del mondialismo i nervosismi dei mercati contano più delle sofferenze degli esseri umani. Mercati apolidi e ortopedizzatori mondialisti si adoperano in ogni guisa per imporre ai popoli la postura cosmopolitica, plusgaudente e politicamente corretta.
Lo spread – diciamolo senza ambagi – serve a intimorire le masse mediante spauracchi immaginari, di modo che esse preferiscano rimanere nelle loro catene abbandonando ogni velleità di liberazione. Ossia di modo che, come nella caverna di platonica memoria, accettino con ebete euforia di permanere nella spelonca che li rinserra e li rende schiavi. Tale spelonca coincide oggi con il totalitarismo glamour della civiltà classista del turbocapitale a liberalizzazione illimitata dei consumi e dei costumi. V’è, per questo, esigenza vitale di porre in essere nuove sintesi contro i turboglobalizzatori apolidi e demofobici. Basso contro Alto, Servo contro Signore, Lavoro contro Finanzcapitalismo. La lotta è appena iniziata.
Diego Fusaro

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3 comments

Giorgio 24 Maggio 2018 - 10:35

Un grazie per il contributo di Diego Fusaro!
I suoi articoli magari difficili nel contenuto e nelle parole, sempre intrisi di riferimenti filosofici, sono una lucida fotografia della deriva che ha intrapreso la “civiltà del turbocapitale”, sono una spiegazione di come il potere economico-politico non ha quasi piu’ un carattere nazionale ma si identifica con entità finanziarie multinazionali ai cui vertici ci sono persone che non hanno piu’ nazionalità ma sono solo profeti del libero mercato …

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Federico 28 Maggio 2018 - 10:32

Sempre interessante leggere Fusaro ma dubito che la maggioranza del popolo possa comprendere determinati concetti. Andrebbe riformato il sistema di indottrinamento scolastico perchè, come sappiamo, è il vero potere al servizio del potere, capace addirittura di produrre il rovesciamento del ragionamento logico-deduttivo negli individui. Un esempio, diplomati e laureati che si dichiarano no global desiderando il mondo senza confini ( fisici ed economici)…

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Valerio 28 Maggio 2018 - 2:27

Sinceri complimenti per l’articolo, apprezzo la sua analisi. Penso che poterla leggere sia un privilegio raro in questi foschi tempi

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