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Studenti in piazza a Milano: “Nessuno si merita questa scuola”

by Sergio Filacchioni
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Roma, 25 nov – Questa mattina gli studenti del Blocco Studentesco sono scesi in piazza a Milano per protestare contro la drammatica condizione della scuola pubblica italiana. Un sistema che subisce sempre più tagli e ridimensionamenti, con strutture fatiscenti che mostrano una reale emergenza edilizia, il continuo sfruttamento attraverso la “Legge 107” e i Pcto, e ora anche la nuova disposizione sugli accorpamenti.

Studenti in piazza contro tagli e accorpamenti

“Con la scelta del Ministero dell’Istruzione di proseguire sulla strada degli accorpamenti – inizia la nota rilasciata dal Blocco Studentesco – si rende palese la scelta di insistere su un metro d’istruzione puramente quantitativa, a discapito di qualità ed investimento di lungo periodo. Il risultato sarà ovviamente classi più affollate dove si creerà più che un clima di studio e confronto, quello di semplice controllo da parte dei docenti che dovranno gestire nello stesso tempo più studenti, togliendo di fatto attenzione alle necessità dei singoli. Per di più, si va incontro ad un potenziale disastro: più studenti dentro strutture fatiscenti con sempre meno personale a causa della costante mancanza di fondi. I casi di crolli e problematiche edilizie si sono verificati in gran numero in molte scuole di Milano e provincia, evidenziando come questo sia un problema di risalto nazionale”. Poi le accuse verso il Ministro Valditara: “Il Ministro Giuseppe Valditara ha esaltato queste scelte che si sposano in pieno con le linee dell’Unione Europea sui fondi del PNRR, ma si renderà colpevole di un ennesimo bagno di sangue dopo quelli inaugurati dal governo Berlusconi quater: la legge di bilancio 2024 infatti prevede che il numero minimo di studenti necessario per mantenere in vita una scuola non sia inferiore a 900. È una scelta omicida, sia per l’evidente crisi demografica su cui il Governo continua a tergiversare, sia perché nelle Regioni e territori più disagiati, con un’incidenza più bassa di popolazione, il numero oltre che a risultare irraggiungibile per moltissimi plessi, farà perdere capillarità sul territorio. La sua scuola del merito, quella dei valori democratici ed antifascisti, rischia di crollare ancora prima della sua carica”.

Lo studio come un “lusso”

“A Milano, come in tutta Italia, il diritto allo studio è ormai un lusso per pochi. – conclude la nota – Una città che ostinatamente si trova contro gli studenti, come gli universitari costretti a subire il caro affitti e una condizione sempre più al limite. La logica del ‘risparmiare per investire’ non ha più nessuna ragion d’essere, ma soprattutto non si può immaginare di tagliare le scuole per salvarle: è semplicemente illogico. La scuola si conferma ancora il luogo prediletto da ogni governo per mettere i conti in salvo lasciando intatti, per esempio, i grandi fondi speculativi e i grandi capitali finanziari che depredano di lavoro e ricchezza i nostri territori: la soluzione non è la decrescita, ma tornare a costruire comunità scolastiche forti con un preside ogni seicento studenti così che nelle strutture si possa tornare a respirare e ridare dignità all’educazione, valorizzando veramente il singolo e le sue potenzialità.  Non ci può più nascondere dietro bilanci e conti in rosso: intervenire ora prima che sia troppo tardi, perché questa scuola così come la stanno trasformando non se la merita proprio nessuno”.

Sergio Filacchioni

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