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Soldi Ue, la task force di Conte non piace neanche al Pd. Verso Commissione bicamerale

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 24 lug – L’idea di Giuseppe Conte di una task force per gestire i 209 miliardi Ue del Recovery fund non piace a gran parte della maggioranza giallofucsia e men che mai all’opposizione. Pezzi di Pd, Italia Viva e non solo chiedono una Commissione bicamerale o comunque che la gestione sia politica e che passi per il Parlamento. Tra le ipotesi, inizialmente si era pensato a una cabina di regia interministeriale – coinvolgendo i dicasteri di Economia, Sviluppo economico e Infrastrutture – presieduta dal premier. Ma anche gli altri ministeri vogliono essere della partita – a partire da Sanità e Istruzione -, visti i soldi in ballo (inoltre a conti fatti resterebbe fuori Iv). Pertanto ha preso piede l’ipotesi di una struttura con base a Palazzo Chigi sulla falsa riga della composizione del Consiglio dei ministri ma con l’aggiunta dei tecnici dei vari dicasteri. Ma neanche questa soluzione incontra il favore dell’intera compagine di governo.

Italia Viva: “Premier apra dibattito in Parlamento su come spendere risorse”

Italia Viva, con Matteo Renzi in testa, ha già invitato il premier ad andare in Parlamento e aprire un dibattito su come spendere le risorse. “Presidente Conte, sorprenda il Paese e il Parlamento: ci regali ad agosto un dibattito parlamentare sulla base di un concreto business plan, sfidiamo le opposizioni”, ha detto l’ex segretario del Pd.

Forza Italia e Pd chiedono una Commissione bicamerale

Sul fronte dell’opposizione, invece, è stata soprattutto Forza Italia a denunciare l’intenzione di Conte di voler sostanzialmente decidere da solo, chiedendo l’istituzione di una Commissione bicamerale per la stesura del piano. E la richiesta diventa bipartisan, visto che anche nel Pd ci sono esponenti di spicco che sottoscrivono l’idea di una Bicamerale. Per esempio, Base Riformista, area del Pd che fa riferimento al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a Luca Lotti, chiede l’istituzione di “uno strumento agile ma rappresentativo, ad esempio una Commissione bicamerale per il rilancio economico, nel quale anche le opposizioni siano pienamente coinvolte, per arrivare rapidamente ad un piano di riforme in grado di rispondere al bisogno di un disegno strategico che sale dal Paese”. Sulla stessa linea anche l’ex segretario dem Maurizio Martina e il deputato Andrea De Maria che chiedono di “valutare” la proposta di Forza Italia.

M5S disponibile a task force a patto che ci sia massima condivisione

I 5 Stelle invece esprimono “disponibilità” rispetto all’idea della task force, a condizione che ci sia “massima condivisione” sulle decisioni prese. Il presidente della Camera, il “compagno” grillino Roberto Fico difende il ruolo del Parlamento, che “deve dare delle priorità. E io credo che ci sarà anche un voto. Certamente questo sarà compatibile” con la task force annunciata da Conte “nel senso che il Parlamento fa il suo con un atto di indirizzo. La prima task force degli italiani è il Parlamento”, dice Fico. Fonti del governo riferiscono che in questa ottica si starebbe ragionando sulla possibilità di “integrare” la task force voluta da Conte con la Commissione bicamerale. Tanto per complicare ulteriormente le cose, come se ci fosse tutto il tempo del mondo. In realtà – lo ricordiamo – le riforme vanno presentate alla Commissione Ue entro ottobre. Altrimenti niente soldi.

FI presenterà una mozione al Senato

Forza Italia intanto non perde tempo e intende presentare una mozione al Senato “per istituire una Commissione bicamerale che garantisca un ruolo centrale al Parlamento nella gestione delle risorse che arriveranno col Recovery fund”, annuncia la presidente dei senatori di FI Anna Maria Bernini. “Nel suo intervento dopo il Consiglio europeo, lo stesso premier ha assicurato il pieno coinvolgimento delle Camere nella cruciale pianificazione delle riforme, ed è positivo che anche un partito di maggioranza come il Pd abbia presentato al Senato una proposta che va in questa direzione”.

La maggioranza giallofucsia comunque è tutt’altro che coesa, visto che si tratta di mettere le mani sui miliardi Ue. Tanto che potrebbero consumarsi ulteriori strappi, come quello di ieri a Bruxelles, dove Pd e M5S si sono spaccati su un emendamento al Mes. Una cosa appare sempre meno probabile, che Conte possa decidere tutto da solo anche stavolta.

Adolfo Spezzaferro

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Sergio Pacillo 25 Luglio 2020 - 6:09

Basteranno piccoli contentini, poi deciderà tutto da solo.

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