Roma, 28 gen – Sono Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e provincia autonoma di Bolzano le aree italiane in zona rosso scuro secondo la Ue. Nella mappatura del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) aggiornata al 28 gennaio queste aree risultano ad alto rischio. A dispetto dei parametri nostrani, secondo cui – per fare un esempio – il Veneto sta per tornare addirittura in zona gialla. I colori Ecdc simulano l’applicazione della raccomandazione sulle restrizioni di viaggio valide nella Ue.
Zona rosso scuro della Ue: ecco cosa comporta
Secondo la Commissione Ue, i viaggi in queste aree sono fortemente sconsigliati. E per chi proviene da una zona rosso scuro gli Stati membri dovrebbero richiedere di effettuare un tampone prima dell’arrivo e trascorrere un periodo di quarantena. Il nuovo colore si aggiunge agli altri già presenti nella mappa (verde, arancione, rosso e grigio, che indica assenza di dati sufficienti). Ebbene, con il rosso scuro si indicano i territori in cui il tasso di nuovi casi di contagio negli ultimi 14 giorni è superiore a 500 persone ogni 100 mila abitanti.
Tampone e autoisolamento fino a 14 giorni
Secondo quanto anticipato dalla Commissione Ue, chi rientra nel proprio Stato di residenza dovrebbe dunque eseguire il tampone. Sono però esentati i lavoratori transfrontalieri e quelli del settore dei trasporti. Oltre al test anti-coronavirus, ai viaggiatori delle aree in rosso scuro potrebbe essere chiesto di osservare un periodo di autoisolamento fino a 14 giorni. A condizione che lo Stato membro imponga gli stessi requisiti ai propri cittadini quando viaggiano dallo stesso Paese extra Ue.
Nello specifico, l’Italia non è il Paese più penalizzato. Sono in zona rossa infatti quasi tutta la penisola iberica (Spagna e Portogallo), l’Irlanda, i Paesi baltici, alcune zone della Francia, Olanda e Svezia, la Germania orientale e la Repubblica Ceca.
Ludovica Colli