Home » Verso le europee, crescono i sovranisti. Salvini: "Avviso di sfratto ai socialisti"

Verso le europee, crescono i sovranisti. Salvini: "Avviso di sfratto ai socialisti"

by Adolfo Spezzaferro
0 commento

Roma, 10 set – “La Svezia patria del multiculturalismo e modello della sinistra, dopo anni di immigrazione selvaggia ha deciso finalmente di cambiare. Ora anche lì dicono no a questa Europa di burocrati e speculatori, no ai clandestini, no all’estremismo islamico“. Così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini commenta il risultato delle elezioni svedesi, con il partito anti-immigrazione Svedesi democratici al 18 per cento. “La forte affermazione di Jimmie Akesson – continua Salvini – è l’ennesimo avviso di sfratto ai socialisti: a maggio, alle elezioni europee, completeremo l’opera del cambiamento fondato sui valori del lavoro, della sicurezza e della famiglia”.
A premiare il partito guidato da Akesson è stata una campagna elettorale basata sull’immigrazione dopo l’ondata dei 400mila rifugiati accolti dal 2012. “Contestiamo che tutta la stampa italiana parli di ‘estrema destra’ per definire chi vuole controllare l’immigrazione”, commenta Salvini (riferendosi indirettamente agli attacchi che subisce anche lui dai media anti-governativi). Il leader della Lega sa di avere i consensi di una larga fetta dell’elettorato. Stando agli ultimi sondaggi pubblicati dal Corriere della Sera, la Lega sarebbe intorno al 33,5% delle preferenze contro il 30% dell’alleato di governo pentastellato. “Non sono abituato a ragionare one shot – ha commentato ieri il leader leghista – non mi interessa andare all’incasso adesso e lasciare il Paese nell’instabilità”.
Insomma, il governo va avanti. Ma alle europee di maggio 2019 Salvini capitalizzerà i consensi.
Sul fronte europeo, intanto, si intensifica l’ingerenza Usa sotto forma di endorsement di Steve Bannon per i movimenti populisti-sovranisti. Per l’ex stratega del presidente Trump, attualmente l’Italia è “il centro politico del mondo”, un laboratorio politico fecondo. Non a caso Bannon è a Roma per lanciare il suo The Movement. In quest’ottica ha incontrato sia Salvini che Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Per lui il segretario del Carroccio è “un leader mondiale, un simbolo” che “ha grandi idee”. Bannon dice che la sua fondazione punta a preparare il terreno per una “rivoluzione di destra” in Europa. Rivoluzione che ovviamente dovrebbe avere luogo in occasione delle elezioni europee. “Le prossime elezioni europee saranno una sfida tra i cittadini normali e le élite tecnocratiche – è il suo progetto – grazie al sostegno finanziario e propagandistico di The Movement, nella nuova Assemblea di Strasburgo si formerà un gruppo parlamentare al quale aderiranno più di un terzo degli eletti”. Un gruppo in grado di contrastare l’arroganza delle élite e che “metterà fine ai compromessi parlamentari che hanno finora legittimato il primato della finanza sui popoli”. The Movement sarà una organizzazione no-profit, impegnata a condurre sondaggi, a racimolare finanziamenti e a fare propaganda a vantaggio dei partiti sovranisti, tra cui anche la Lega. A tal proposito, la decisione del ministro dell’Interno di chiudere i porti italiani agli immigrati illegali e alle Ong è piaciuta tanto a Bannon. “Così facendo – spiega l’ex consigliere di Trump in un’intervista al Messaggero – ha dimostrato che si può passare dalle parole ai fatti”. Ma il politico Usa elogia anche il presidente del Consiglio: “Giuseppe Conte – dice – è un premier simbolico, un notaio. Grazie a lui avete un governo di unità”. “In Italia – aggiunge poi – due partiti guidati da due giovani con grandi idee, Salvini e Di Maio, usano le tecnologie moderne in modo dinamico e hanno rottamato i vecchi politici di Nord, Sud, destra e sinistra, avendo contro tutti”. Ancora: “Per stare insieme hanno rinunciato alle proposte più glamour. Le multinazionali, la City, la finanza hanno distrutto la classe medio-bassa che in Italia ha cominciato a ribellarsi. Un momento della Storia di cui si parlerà per cent’anni”.
Tutte belle parole. Soprattutto quando The Movement si profila come baluardo per contrastare l’Unione europea “antidemocratica”, il multiculturalismo e quel George Soros “che favorisce l’immigrazione” finanziando le Ong. Il terreno europeo per l’operazione di Bannon è fertile, anche se – almeno per adesso – mancano all’appello due partiti di peso: Rassemblement national di Marine Le Pen e Alternative fur Deutschland di Jeorg Meuthen. Un blocco sovranista senza francesi e tedeschi sarebbe quanto meno zoppo. In ogni caso – ripetiamo – il sospetto che l’endorsement di Bannon sia un’ingerenza che ricorda molto da vicino il divide et impera, che punta a contrapporre singoli Stati membri, è più che fondato. Perché se è vero che i sovranisti vogliono meno Ue, e più sovranità nazionale, per l’appunto, gli Stati Uniti vogliono da sempre semplicemente un’Europa debole.
Adolfo Spezzaferro

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati