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“Zingaretti come Giuda”: rabbia dei pentastellati contrari all’alleanza col Pd

by Ilaria Paoletti
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Roma, 22 ago – C’è una fronda interna al Movimento Cinque Stelle che proprio non digerisce i “paletti” fissati dal segretario del Pd Nicola Zingaretti come condizioni per l’alleanza giallo rossa. Fonti interne, riportate negli ultimi minuti da Agi, riferiscono parole forti da parte dei detrattori.

“L’alleanza col Pd non si può fare”

“Zingaretti si comporta come Giuda” avrebbe dichiarato una fonte qualificata all’Agi, che sarebbe voce di uno tra i principali detrattori dell’alleanza di governo con il Pd. “Per noi l’alleanza con il Pd non si può fare e comunque non si può fare a queste condizioni” dichiarano gli oppositori pentastellati di Zingaretti “Andiamo a votare così vediamo i geni leghisti in opera” commentano ancora queste fonti ironicamente. “Alla prova del governo vediamo come cambiano rispetto agli annunci”.

I “paletti” di Zingaretti

“Siamo distanti dal M5S, ma è utile provare con un governo di svolta” ha dichiarato oggi Zingaretti. “Abbiamo espresso i primi non negoziabili principi a cui il nuovo governo dovrebbe rifarsi: scelta europeista, democrazia rappresentativa, sostenibilità ambientale, equità sociale, svolta con l’Europa nella gestione dei flussi migratori rispetto ai decreti approvati in questa legislatura. Un governo non a qualsiasi costo ma di svolta, alternativo alle destre, solido, con ampia base parlamentare”, è la posizione del Pd, chiaramente rivolta al Movimento 5 Stelle in vista di un possibile accordo. Intanto Manlio Di Stefano fa la voce grossa: “Il Pd non può dettarci le regole, serve un nuovo contratto, i 5 punti sono troppo vaghi”, dice il sottosegretario grillino. A stretto giro arriva la risposta indispettita di Matteo Orfini del Pd, che affida a Twitter il suo scontento in merito a questa “fuga” di informazioni: “Lo dico a tutto il Pd: a consultazioni aperte non ci si parla con veline e contro veline. Non si fanno esegesi anonime. Non si gioca con le dichiarazioni fatte da “fonti vicine a”. Si va al Quirinale e si parla lì. Per rispetto al Capo dello Stato, al paese. E anche a se stessi.”.

Ilaria Paoletti

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