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Alla scoperta dei cobot, i nuovi robot collaborativi

by Redazione
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cobot

Avete mai sentito parlare di cobot? Probabilmente no, eppure questa parola farà sicuramente parte del nostro futuro non troppo lontano.

Possiamo rassicurarvi del fatto che non stiamo parlando di un futuro in cui i robot prenderanno il nostro posto. Ma è utile conoscere i Collaborative Robot e la loro funzionalità.

La storia dei cobot inizia alla fine degli anni ‘90 quando venne inventato da due professori universitari, J. E. Colgate e M. Peshkin, quello che venne testualmente definito come “un apparato e un metodo per l’interazione fisica diretta tra una persona e un manipolatore controllato da un computer”.

Alla base di questa creazione ci fu lo sforzo, portato economicamente avanti da General Motors, di creare dei robot in grado di poter collaborare in maniera sicura con le persone nelle fabbriche.

I primi cobot non avevano forza motrice, ma era necessario un assistente umano. L’evoluzione successiva ha portato questi robot collaborativi ad avere una forza motrice, caratteristica che li ha resi sempre più diffusi.

Tutto sui cobot e la differenza con i robot

Oggi aziende come Homberger Robotica, uno dei punti di riferimento nel mondo della robotica 4.0, si occupano di robot collaborativi e ne migliorano costantemente le caratteristiche.

Sicurezza e collaboratività sono, infatti, due elementi fondamentali quando si parla di cobot. Questi devono poter lavorare in un ambiente sicuro e senza rischi per il personale. Le nuove tecnologie, infatti, puntano proprio a rendere questi robot collaborativi quanto più sicuri ed efficienti possibile.

Ma qual è la differenza tra robot e cobot? La differenza principale è proprio in questo dettaglio: i cobot sono pensati per avere un elevato grado di collaboratività con il personale umano. Devono essere funzionali e utili a facilitare alcune fasi del lavoro degli stessi e devono lavorare nello stesso ambiente in sicurezza.

Un’interazione che, invece, è impossibile avere con un robot tradizionale più massiccio e pensato per lavorare in una postazione fissa. Non solo. Dal punto di vista della sicurezza, i robot devono essere dotati di barriere protettive cosa non necessaria con i cobot.

Questi ultimi sono mobili e si spostano nello stesso ambiente di lavoro del personale senza bisogno di protezione, perché progettati per essere utili e sicuri.

Un vero vantaggio per l’industria, soprattutto se si pensa che questi robot collaborativi sono progettati in maniera sempre più perfetta e pensati per ripetere lo stesso movimento con precisione estrema.

Alcune caratteristiche dei cobot non sono ripetibili da nessun umano e questo è un vantaggio di non poco conto. Ora delle macchine collaborative riescono ad assolvere alcuni compiti che precedentemente potevano essere rischiosi per l’incolumità degli operai.

Si tratta, ad esempio, di movimenti ripetuti e meccanici che prima provocavano problemi posturali negli umani e che ora possono essere meccanizzati grazie ai cobot.

Sono proprio questi i motivi che hanno portato le industrie ad avere sempre più bisogno di questi robot collaborativi, il cui compito è quello di migliorare il processo produttivo. Innovazione e tecnologia fanno passi da gigante e l’industria non può che ringraziare.

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fabio crociato 4 Maggio 2021 - 12:03

Gratta gratta da fastidio il termine “rabota” (lavoro).

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