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L’importanza della pratica nella programmazione

by La Redazione
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Come si diventa programmatore informatico? Questa è una delle domande più gettonate tra le tantissime persone che ambiscono a costruirsi una carriera in questo settore.
Chiaramente, avere delle basi tecniche costruite attraverso un corso di livello come il noto corso Hackademy proposto da aulab – un’esperienza immersiva in grado di catapultare lo studente nel mondo della programmazione attraverso lo studio dei linguaggi più utilizzati e utili alla professione dello sviluppatore informatico, preparandolo a dovere per l’ingresso nel mondo del lavoro – è il minimo che ci si possa aspettare da un futuro coder. Ma come succede in quasi tutti i settori professionali, anche nella programmazione la pratica permette di perfezionare quello che si è approfondito a livello didattico. L’importanza di ripetere determinati passaggi in modo da sedimentare procedure e nozioni, non può sicuramente essere sottovalutata o ignorata da chi ambisce a diventare un professionista dei codici con capacità spendibili in ogni ambito lavorativo. 

person facing computer desktop

Benefici principali della pratica nella programmazione

Efficienza e produttività

La pratica permette una comprensione più approfondita della programmazione e questo porterà inevitabilmente a un miglioramento in termini di produttività ed efficienza.
Questo aspetto non è di poco conto considerando che il lavoro di sviluppo è contraddistinto da scadenze costanti e impellenti. Il mercato spinge per avere nuovi software e nuove soluzioni da proporre al cliente, e il programmatore che non riuscirà a soddisfare le richieste sarà destinato a scomparire e ad essere scartato dai futuri clienti.

Qualità e precisione

Fare degli errori, soprattutto all’inizio della propria carriera, è una cosa normale e comprensibile. Si tratta di battute d’arresto che non devono deprimere ma che anzi devono essere viste in maniera costruttiva all’interno del proprio processo di crescita e di assimilazione dei concetti alla base della professione.
Ogni errore rappresenta un’opportunità per migliorare la qualità del proprio lavoro e per ambire al perfezionamento quegli aspetti che possono rendere il proprio lavoro quanto più accurato possibile.

Creatività e fluidità

La programmazione fornisce gli strumenti per riuscire ad essere creativi. Se si è bloccati all’interno di passaggi tecnici legati alla sintassi e all’applicazione dei concetti imparati a livello teorico, questo aspetto può venir meno o comunque essere messo in secondo piano. Per comprendere meglio questa situazione possiamo fare l’esempio di uno scrittore all’inizio troppo impegnato nei formalismi legati al rispetto delle regole della grammatica e poco attento invece ai contenuti e a quello che è il sale della scrittura. La pratica aiuta a sedimentare gli aspetti tecnici, ad automatizzarli e a renderli fluidi, lasciando più spazio alla creatività.

Migliori opportunità

La logica dei piccoli passi è fondamentale e necessaria per un programmatore. Iniziare con velleità esagerate, magari da un progetto troppo ambizioso ben oltre le proprie corde, può essere deleterio per la propria carriera e comportare effetti negativi in prospettiva.
Un lavoro di piccole dimensioni ma adatto alle proprie capacità attuali, potrà invece essere in grado di rappresentare al meglio quello che si sa fare e lasciar intravedere quei margini di miglioramento che renderanno possibili future collaborazioni.
Per ambire al meglio, la pratica è essenziale ed è uno step insostituibile.

Come fare pratica nella programmazione

Fare pratica significa provare a imparare nuove cose, migliorando allo stesso tempo quello che già si conosce. Spesso ci capita di fare delle cose senza la dovuta attenzione, ma è proprio questo aspetto a determinare quel salto di qualità in grado di migliorare le nostre performance.
Assimilare nuovi concetti può essere impegnativo e comporta un impegno maggiore, soprattutto se questi risultano indigesti. Incorrere in errori è, come detto, essenziale e la logica della progressione lenta permette di evitare abbuffate concettuali che non portano a nulla.
E il programmatore ha la fortuna di avere a disposizione tutta una serie di strumenti utili per orientarsi all’interno della propria pratica e per affrontare i problemi in maniera sistematica e costruttiva. Parliamo di quelli prettamente didattici, come libri e corsi, ma anche di quelli più tecnici come un editor di testo o gli stessi linguaggi di programmazione che si sta provando a spadroneggiare.

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