Roma, 4 mar – Un esperimento italiano condotto nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (Lngs) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) sta “dando la caccia” alla materia oscura.
Il DarkSide-50 dovrà intercettare le Wimp (Weakly Interacting Massive Particle), particelle che sono ritenute le più probabili componenti della materia oscura, sfruttando l’Argon liquido alla temperatura di meno 189 gradi. Al momento esso viene ricavato dall’atmosfera, ma in seguito si prevede di utilizzare il più sensibile Argon ultrapuro. L’esperiemento viene condotto nel cuore del Gran Sasso poiché i 1.400 metri di roccia sotto i quali si trova lo proteggono dalla radiazione cosmica.
Lo studio, finanziato dall’Italia, con l’Infn, e dagli Stati Uniti, con National Science Foundation e Dipartimento dell’Energia vede la partecipazione di diverse nazioni tra cui Francia, Polonia, Ucraina, Russia e Cina.
Gioacchino Ranucci, dei due coordinatori del progetto e membro della sezione Infn di Milano, è estremamente ottimista: ”L’esperimento funziona davvero bene, possiamo dire addirittura meglio di quanto ci aspettassimo”.
I primi risultati, esposti durante la conferenza internazionale sulla materia oscura svoltasi presso l’Università della California a Los Angeles, sono decisamente incoraggianti. “I dati presentati alla conferenza – scaturiscono dal primo periodo di funzionamento dell’apparato avviato nello scorso novembre, ed è assolutamente rimarchevole che, in un così breve lasso di tempo, sia stato possibile non solo effettuare la messa in opera del rivelatore, ma già produrre risultati di grande implicazione tecnologica, che sottolineano in maniera univoca come l’Argon sia una scelta ottimale per le successive fasi di ricerca della materia oscura” ha infatti affermato Ranucci.
Cesare Dragandana