Atene, 12 mag – Pedion Tou Areos è uno dei parchi più famosi di Atene. Situato in centro, vicino al Museo Archeologico Nazionale, è sempre stato un angolo bucolico nella capitale greca dove migliaia di turisti e residenti erano soliti passeggiare immersi nel verde, ma da troppo tempo non è più così.
La televisione nazionale Skai News (parte dello Skai Group, uno dei maggiori network di informazione in Grecia) ha recentemente mandato in onda alcuni sconcertanti servizi che mostrano lo stato di decadenza in cui è precipitato il parco nell’ultimo paio di anni. Qui alcune centinaia di profughi afgani e pakistani hanno trovato “rifugio” e dato il via a un fiorente traffico illegale di stupefacenti, che attira un numero sempre maggiore di tossicodipendenti e senzatetto, in un vortice di degrado dal quale sembra difficilissimo uscire.
Il comune di Atene, dopo una recente ispezione effettuata dal Ministero della Salute ellenico, ha descritto il parco come una “bomba sanitaria” per residenti e turisti, al punto che una volta alla settimana le autorità sono costrette a chiuderlo: mentre gli agenti della polizia pattugliano l’area armati, i servizi di pulizia lavorano duramente al solo fine di ripulire i giardini da rifiuti di ogni tipo, dalle siringhe ai vetri rotti.
Ma una volta che le forze dell’ordine se ne vanno, gli spacciatori ed il loro disagiato seguito di teppisti fanno immediato ritorno, riportando il problema al punto d’inizio.
La tensione è salita ancor più dopo la recente denuncia di un tentativo di stupro nei confronti di una donna che attraversava il parco al rientro dal lavoro ed è rimasta ferita nell’assalto. A ciò si aggiungono le numerose rapine e pestaggi avvenuti nel perimetro del Pedion Tou Areos: malgrado non siano pochi i raduni e le manifestazioni di protesta degli avviliti residenti, così come i proclami ufficiali e ufficiosi dei politici e le iniziative sbandierate da alcuni personaggi di spicco del Paese, la situazione sembra essere lungi dal trovare una soluzione.
Gli abitanti del quartiere stanno perdendo la speranza che lo Stato prenda effettivamente in mano la situazione, e non sanno più a che santo votarsi per tornare al sicuro e non sentirsi più candidati a diventare vittime di un crimine da un momento all’altro. Dall’altra parte, i poliziotti che si vedono occasionalmente al parco non possono fare molto in assenza di “ordini dall’alto”: come si suol dire, la decisione di agire è “politica”.
Il caso del Pedion Tou Areos è solo l’ultimo di una lunga lista di luoghi che in Grecia, negli ultimi anni, sono caduti in mano alla criminalità e all’immigrazione clandestina: più ancora dei mezzi e delle decisioni legali, sembra venire a mancare l’idea stessa di legalità.
Alice Battaglia
Il centro di Atene ostaggio di clandestini e criminali
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3 comments
Povera e amata Grecia… Sorella di civiltà… Anche loro come noi, essendo stati grandi in passato con i nostri imperi, dobbiamo perire… Perché la nostra identità è troppo forte e avversa ai forzati cambiamenti per trasformare le persone in MERDA.
Sorosiani boldriniani kienghiani boniniani piddini ipocriti e sinistri vari lesbosodomiti……..questi esseri superiori comandano e così ci hanno ridotto ………loro nei quartieri dorati, noi in mezzo al letame putrescente che ci hanno regalato con il loro falso e criminale buonismo…….auguri Grecia ,auguroni Italia.
Più o meno la situazione di molti parchi e stazioni delle città italiane, vi invito a fare un giro sui bastioni della mia città (Verona) per trovare decine di sedicenti “profughi” dediti a spaccio e prostituzione, fermati dalle forze dell’ordine e il giorno seguente di nuovo all’opera come nulla fosse.