Proprio i cittadini, insieme ad alcuni militanti di CasaPound Italia, hanno fatto un sopralluogo mercoledì scorso. “Sono tornato stamattina a Via Ramazzini per entrare nella struttura -commenta Alessandro Calvo, referente locale di CasaPound e candidato alle ultime elezioni amministrative- Gli immigrati presenti sono circa 80 tra cui 6 donne somale ed un bambino. Gli uomini mi sono sembrati tutti giovani e in gran forma fisica. Ho parlato con alcuni di loro e mi hanno detto che vengono tutti dall’Africa: Gambia, Ghana, Camerun e Nigeria principalmente. Cercano l’ombra dietro le tende nell’unica zona del campo non al sole. Dentro le tende faranno 45 gradi, almeno. Monteranno i condizionatori, ma, ma gli uomini della CRI mi hanno spiegato che non essendoci ombra i motori non ce la faranno a raffreddare e getteranno aria calda. Per questo motivo stanno allestendo un’altra tendopoli in una zona con più ombra. Ma in discesa. Questa non è accoglienza, questo è solo business e come referente di CasaPound mi impegnerò affinché la situazione venga chiarita perché i cittadini non ne possono più di vedere le proprie tasse sperperate in questo modo e i propri spazi usurpati. Lunedì ritornerò con alcuni militanti”. Sembra proprio un film già visto: la CRI (organizzazione pubblica) che gestisce un improvvisato centro d’accoglienza invivibile per 36 euro al girono cada-immigrato; nessun profugo di guerra; pochissime donne e bambini, cittadini esasperati e militanti di CasaPound schierati al loro fianco.
La cose che sorprendono, in realtà, sono due: l’incredibile (ma in realtà scontato) silenzio dei media (nemmeno quelli locali) sulla vicenda e l’assenza della voce dell’amministrazione comunale. Forse il sindaco Virginia Raggi era impegnata a twittare qualche frase ad effetto per aumentare l’engagement sui social, mentre i cittadini sono esasperati…
Aurelio Pagani