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Rai, solita roccaforte di sinistra: Amadeus e Mengoni cantano “Bella ciao”

by Michele Iozzino
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Roma, 6 feb – Il Festival di Sanremo non è ancora iniziato e già si alza il sipario sulle prime uscite politiche, ovviamente a tinte rosse. Incalzati dal giornalista di Striscia la notizia Enrico Lucci, Amadeus e Marco Mengoni prima si dichiarano antifascisti e poi cantano Bella ciao, con tanto di dedica a Giorgia Meloni.

Il siparietto di Amadeus e Mengoni che cantano Bella ciao

“Una piccola domanda per te, tu ti puoi definire antifascista?”, così – rivolgendosi ad Amadeus – Lucci cerca di movimentare la conferenza stampa, in vista della serata inaugurale della settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo, e scacciare un po’ la noia. La domanda viene accolta inizialmente da una risata generale, poi il conduttore risponde brevemente con un “sì”, salutato da qualche applauso. Allora il giornalista rivolge la stessa domanda anche a Mengoni, vincitore della passata edizione del Festival che co-condurrà la prima sera insieme ad Amadeus, il quale risponde anche lui affermativamente. Preso il via Lucci chiede ai due: “Fateci un accenno di Bella ciao e dedicatelo alla Meloni”. Amadeus e Mengoni esaudiscono la richiesta del giornaliste e intonano un pezzo della canzone. Anzi, Amadeus rilancia e ricorda anche come nel 2020 avesse provato a chiamare al Festival gli attori della serie Netflix La casa di carta per fargli cantare proprio Bella ciao, ma che il tutto era saltato per colpa del Covid.

Altro che egemonia culturale di destra

In attesa che il siparietto faccia dire ai soliti trinarciuti antifascisti: “La sinistra riparta da Amadeus e Mengoni che cantano Bella ciao”, è interessante notare come tutto questo stoni pesantemente con una certa narrazione che vedrebbe la Rai – se non addirittura l’intero comparto culturale del nostro Paese – sotto assedio da parte delle truppe cammellate della destra. Una sorta di calata dei barbari o di “occupazione militare”, come recentemente l’ha definita il parlamentare del Partito democratico Walter Verini, a cui bisognerebbe reagire con una nuova “liberazione”. Sfortunatamente, come dimostra anche il caso di Amadeus e Mengoni, non c’è in atto nessuna egemonia culturale di destra, se non nei deliri e nella allucinazioni della sinistra.

Michele Iozzino

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