Roma, 19 mag – Non c’è pace per il calcio italiano, travolto da un nuovo caso calcioscommese. Stavolta finisce nel mirino degli inquirenti la stagione in corso della Lega Pro e della Serie D.
L’operazione della Polizia di Stato è scattata stamattina all’alba, con ben 50 fermi fra presidenti, dirigenti di club e calciatori. Quasi 80 risultano essere inoltre le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta che trae origine da una cosca calabrese legata alla ‘ndrangheta. Tutto è nato grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell’omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la ’ndrina.
L’accusa per tutti è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Ad alcuni indagati vengono contestate le aggravanti mafiose e transnazionali.
Il provvedimento di fermo è di circa 1200 pagine. Arresti e perquisizioni in 21 province italiane: Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona.
Tra i club coinvolti Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor-Lamezia, Santarcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas e San Severo. I club fanno parte di tutti e tre i gironi della ex serie C: nord, centro e sud.
In galera sono finiti oltre 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive 8 dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, 10 “finanziatori” (scommettitori italiani, maltesi, del Kazakistan, della Russia, Cinesi e Serbi). Almeno 28 le partite di cui sarebbe stato accertato il condizionamento, l’ultima risalente allo scorso 19 aprile.