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Caro Prandelli, il fallimento รจ solo della tua retorica anti italiana

by Carlomanno Adinolfi
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prandelliSi รจ parlato di fallimento di un โ€œprogetto tecnicoโ€ anche se a guardarlo bene risulta chiaro a tutti che di progetto non si puรฒ parlare, men che meno tecnico. In realtร  a decretare il fallimento della spedizione mondiale degli azzurri รจ stata, ancora una volta, una visione del mondo grottesca e deviata. Una visione del mondo che vede lโ€™Italia come qualcosa da smantellare, da distruggere perchรฉ ostinata a reggersi su una realtร  e su dei principi che cozzano contro unโ€™utopia malata e imposta da unโ€™ideologia che non ammette che il mondo possa essere diverso da quello che ci si ostina a credere ciecamente. Il โ€œprogetto tecnicoโ€ prandelliano non รจ stato altro se non la rottamazione e lo smantellamento di tutto ciรฒ che lโ€™Italia ha sempre rappresentato nel calcio. Ricordiamo tutti quando nel 2006, dopo la spedizione che ci ha visti trionfare a Berlino, i ministri Dโ€™Alema e Melandri chiesero pubblicamente scusa al mondo intero per il fatto che unโ€™Italia di soli Italiani โ€“ orrore! โ€“ avesse battuto la multietnica Francia, emblema da 8 anni del sogno di integrazione per tutta la comunitร  politica internazionale. Tanto che passรฒ in secondo piano il fatto che il presidente Fifa Blatter, in barba ad ogni pudore, si fosse rifiutato di premiarci per lo smacco subito. Ecco quindi che, dopo un interregno piuttosto malandato servito a smaltire lโ€™ebbrezza del quarto titolo mondiale conquistato, arriva lโ€™uomo nuovo che deve riportare la squadra nei giusti binari imposti dallโ€™ideologia globalizzante. Cala dallโ€™alto Cesare Prandelli, allenatore senza titoli, senza vittorie, con lโ€™unico merito sportivo di far โ€œgiocare beneโ€ squadre outsider come Parma e Fiorentina dei primi anni 2000 che si reggevano perรฒ โ€“ come se tutti facessero finta di non saperlo โ€“ su panzer dโ€™attacco allโ€™apice della carriera e della forma come i Mutu, gli Adriano o i Luca Toni di allora, senza i quali il โ€œbel giocoโ€ prandelliano si sarebbe arenato nella seconda colonnina della classifica. Soprattutto, Prandelli aveva le caratteristiche giuste per la nuova Italia: buonista, politicamente corretto, convinto fideisticamente di essere portatore di nuovi valori etici e sportivi.

Prime mosse del nuovo commissario tecnico: sdoganare il concetto di โ€œnuovi italianiโ€, ovvero degli stranieri con passaporto italiano โ€“ e la convocazione di giocatori come Amauri tolse ogni dubbio sulla natura politica della battaglia – e imporre Balotelli come simbolo della nazionale in nome dellโ€™antirazzismo. E quindi usare entrambe le trovate per propagandare lo ius soli insieme alla sponda politica piddina che, sullโ€™onda Dโ€™Alema-Melandri, spingeva per โ€œnormalizzareโ€ la nazionale.

E poi ecco la rottamazione: lโ€™umile Prandelli in pochi mesi diventa una sorta di santone plenipotenziario che puรฒ ergersi a giudice del costume italiano e moralizzatore di unโ€™intera nazione. Sorvolando sulla buffonata del codice etico che oramai รจ diventata argomento da avanspettacolo e di certo non di cronaca sportiva, ricordiamo tutti le sue dichiarazioni contro lo sport italiano e la sua saccente esterofilia nel dire che noi sbagliamo ad essere italiani perchรฉ dobbiamo essere come gli altri . E poi il suo stigmatizzare e guardare con sdegno un secolo di calcio allโ€™italiana in nome della nuova moda spagnola del bel gioco fine a se stesso. Che la Spagna almeno ha fatto veramente, a differenza dellโ€™Italia. Quindi le sue dichiarazioni del settembre 2012 contro il ruolo del fantasista trequartista, definito โ€œinutile in una squadra come lโ€™Italiaโ€, con buona pace di una tradizione che ha visto nei vari Rivera, Mazzola, Baggio, Del Piero e Totti assoluti protagonisti in positivo della nostra storia calcistica. Ed ecco che improvvisamente un secolo di difensori insuperabili, centrocampisti arcigni e tuttofare, fantasisti fuoriclasse e attaccanti spaccaporte lasciano lo spazio a una comitiva di difensori mediocri, centrocampisti leggeri, leziosi e dal piede vellutato e attaccanti evanescenti e svogliati. Ma con il plauso di media e mondo politico per il fatto di aver finalmente โ€œrivoluzionato il calcio italianoโ€. Ovvero di averlo ucciso.

Il nuovo calcio prandelliano ha avuto il suo apice mediatico in seguito al secondo posto nel campionato europeo del 2012 in Ucraina e Polonia. Dopo aver dimenticato tutti il fatto che lโ€™Italia aveva passato solo per il rotto della cuffia un girone piรน che abbordabile con una Croazia in cerca di una nuova identitร  dopo il fallimento del 2010 e unโ€™Irlanda materasso, e che aveva sconfitto unโ€™Inghilterra spompata e ai minimi termini fisici solo ai rigori prima di battere la Germania โ€“ almeno questa tradizione Prandelli รจ riuscito a non smantellarla โ€“ i critici hanno esaltato unโ€™Italia che รจ uscita โ€œa testa altaโ€ dopo aver perso 4-0 la finale, fatto che ha sottolineato come la nuova linea di unโ€™Italia piccola, che non deve competere coi grandi e che umiliata devโ€™essere contenta per aver fatto il massimo, รจ evidentemente gradita al salotto benpensante italiota. E si potrebbe anche sorvolare sul fatto che il motivo piรน grande della debacle โ€“ mai nessuna squadra ha mai perso una finale con 4 gol di scarto, a โ€œtesta altaโ€ โ€“ รจ stata la totale mancanza di preparazione atletica e che preparatore atletico, a sorpresa, era stato chiamato Niccolรฒ Prandelli, figlio di Cesare, totalmente inesperto. E questo dopo che Cesare si era lanciato neanche un mese prima contro la cultura tutta italiana della raccomandazione per figli e figliastri. E che ha risposto indignato e stizzito a chi gli aveva fatto notare la poca coerenza, quasi insultando i suoi critici rozzi e ignoranti.

E poi siamo arrivati al ridicolo di questo mondiale. In cui i limiti tecnici confezionati a tavolino dalla mentalitร  prandelliana sono risultati ovviamente evidenziati. Ma in cui sono esplose anche tutte le contraddizioni della malata mentalitร  che ha portato Prandelli sulla panchina della nazionale. Lโ€™insofferenza di molti giocatori verso i โ€œfigliocciโ€ viziati, pompati e imposti ma che devono comunque essere difendesi pubblicamente; la totale mancanza di coesione in un gruppo eterogeneo, piรน unโ€™accozzaglia che non una squadra, ma che viene esaltato dai media come esempio di unitร  e di modello di integrazione; la rabbia repressa di chi vede trattamenti diversi a seconda di sponsor o padrini politici e che poi deve anche pubblicamente giustificarsi e quasi chiedere scusa per essere trattato peggio, ringraziando il sommo per averlo fatto. E la totale mancanza del protagonista principale: il calcio. Una squadra smantellata della sua storia, della sua cultura, del suo spirito che secondo i sacerdoti del โ€œnuovo che avanzaโ€ avrebbe dovuto imporre non si sa bene quale gioco – e non si sa bene soprattutto come โ€“ si รจ trovata di fronte al nemico piรน grande di tutte le ideologie cieche e utopistiche: la realtร . Come fare a imporre il gioco facendo girare la palla col caldo brasiliano quando mancano i corridori e i mastini, sacrificati sullโ€™altare dellโ€™anti italianitร ? Come fare a segnare senza i bomber dโ€™area e attaccanti dโ€™esperienza, sacrificati con la scusa dellโ€™etร  ma non chiamati perchรฉ troppo conformi al gioco italiano? Come sperare di inventare qualcosa senza i fantasisti lasciati a casa e che comunque piรน volte hanno fatto capire che non avrebbero mai accettato di giocare in una nazionale prandelliana?

Ma lo scempio piรน grande รจ stato il post partita. Tralasciando le ridicole recriminazioni fatte sullโ€™arbitro โ€“ che tra lโ€™altro ha negato sullo 0-0 un rigore netto su Cavani, oltre al fatto che il rosso a Marchisio รจ discutibile ma di certo non scandaloso โ€“ e fatte proprio da chi in Italia ridicolizza chi parla male degli arbitri, tralasciando anche le dichiarazioni di pancia di alcuni giocatori come Buffon e De Rossi, sbagliate senza dubbio ma frutto anche della feroce reazione ad anni di frustrazione repressa e buonismo imposto, le parole del dimissionario Prandelli hanno toccato il fondo di ogni decenza. Parlare ancora dellโ€™arbitro dopo un girone penoso รจ grottesco. Dire che gli avversari non hanno mai tirato in porta quando le immagini fanno scorrere due miracoli di Buffon รจ da barzelletta. Ma ancora piรน basso รจ stato lo scarico di responsabilitร . Dire che ci si dimette perchรฉ si รจ offesi contro chi ha criticato il rinnovo contrattuale prima del mondiale palesa ancor piรน la presunzione di chi si sente investito da autoritร  suprema, di chi tratta i critici come ignoranti trogloditi e di chi non saprebbe neanche da dove cominciare a guardare per capire i propri errori. E poi Balotelli. Coccolato, viziato, protetto in ogni suo comportamento stupido, sbagliato e antisportivo, imposto come fuoriclasse inamovibile ora diventa il capro espiatorio di un fallimento ideologico prima che sportivo. Che non fosse un campione o uno su cui puntare lo aveva capito Mourinho quattro anni fa, esattamente quando Prandelli lo imponeva. Accorgersene solo ora รจ da sciocchi e da ciechi, non รจ un ammissione di errore. Il fatto che in questi quattro anni Balotelli sia peggiorato e non migliorato รจ colpa di chi lo ha coccolato, viziato e imposto come simbolo, molto piรน che del giocatore stesso. Ma รจ dโ€™altronde questo il simbolo di tutta lโ€™ideologia prandelliana che troppo ricalca quella boldriniana e radical-progress-democrat. Utilizzare mediaticamente lโ€™immigrato o il โ€œcoloredโ€ per promuovere il nuovo vangelo internazionalista e globalizzato, imporlo con argomenti imbevuti di illuminismo e buonismo, negando la realtร  oggettiva perchรฉ รจ la realtร  che sbaglia mentre lโ€™ideologia ha comunque ragione, sfruttarlo come uno schiavo mentre si lucra su di lui e poi, quando le cose vanno male, lasciarlo alla gogna e al linciaggio pubblico dopo che si รจ scientemente alimentato il razzismo verso di lui, mentre ci si scansa senza colpe e addirittura da censori che lasciano per colpe di altri.

laura-boldrini

Eโ€™ questa lโ€™Italia che ha perso. Lโ€™Italia dei soloni, degli intellettuali da salotto, degli architetti accecati da ideologia che vorrebbero un italietta diversa da quello che รจ lโ€™Italia.

E dopo tutto non รจ neanche un male. Soprattutto perchรฉ a farla fallire ci ha pensato lโ€™Uruguay, squadra tecnicamente scarsa e limitata che ha mascherato il tutto giocando come? Praticamente allโ€™italiana. Facendo sbattere lโ€™anti-italia contro la sua storia e la sua cultura. Quello stesso Uruguay squadra piรน italiana del sudamerica, quello stesso Uruguay in cui Garibaldi ha forgiato โ€œlo spirito rivoluzionario che poi segnerร  il risorgimento italiano nei suoi uomini dโ€™azioneโ€ (cit.) e che poi, di fatto, ha fatto lโ€™Italia. Sperando che sia di buon auspicio e che lโ€™Uruguay sia ancora una volta la spinta per riappropriarci di ciรฒ che รจ nostro. Da sempre.

Carlomanno Adinolfi

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Metodologia, tattica, giovani: un fallimento. Le colpe di Prandelli e della Federazione | IL PRIMATO NAZIONALE 25 Giugno 2014 - 4:07

[…] Caro Prandelli, il fallimento รจ solo della tua retorica anti italiana […]

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Caro Prandelli, il fallimento รจ solo della tua retorica anti italiana | aggregator 26 Giugno 2014 - 1:02

[…] Caro Prandelli, il fallimento รจ solo della tua retorica anti italiana […]

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***Official Brasil World Cup 2014*** - Pagina 90 26 Giugno 2014 - 2:18

[…] […]

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