Roma, 23 mar – Ultima giornata del Sei nazioni e primo giorno di primavera, noi tifosi da divano abbandoniamo il plaid per il pallottoliere perché il torneo si assegnerà per la differenza punti, in una corsa a tre fra Galles, Irlanda e Inghilterra. I dragoni sono ospiti a Roma, ci tengono a galla un tempo e maramaldeggiano nella ripresa, finisce 20-61 con due mete realizzate (Venditti e Sarto) e ben otto subite (Roberts, L.Williams, Webb, Warburton, S.Williams e tre volte North). Una prestazione vergognosa nei secondi 40’ tanto da spingere un veterano come Castrogiovanni, al rientro dopo due giornate di esclusione per scelta tecnica, a dichiarare “abbiamo bisogno di uno psicologo, non possiamo fare queste figure di merda in casa”.
Il Galles, dunque, fa il suo e si mette in attesa davanti alla tv. Da Edimburgo, però, non giungono sorprese particolari: la Scozia gioca a viso aperto e tiene per i primi minuti, poi crolla sotto gli attacchi veementi di un’Irlanda cinica e decisa a bissare il successo dello scorso anno. Finisce 40-10 per il totem O’Connell e compagni e la palla passa al tempio di Twickenham, dove l’Inghilterra è chiamata a compiere una vera impresa per battere la Francia con un margine sufficiente a superare i cugini irlandesi e aggiudicarsi il trofeo.
La partita è spumeggiante sin dalle prime battute, gli ospiti si scrollano da dosso l’ansia da prestazione che gli ha accompagnati nel corso del torneo e giocano un rugby veloce e frizzante. L’ultima partita risulta essere una della più belle di questo Sei nazioni 2015, e regala cinque mete già nella prima frazione, chiusa sul 27-15 per i padroni di casa. Gli inglesi credono ancora nella vittoria finale, spingono sull’acceleratore e realizzano altre quattro mete: sono sette in totale, tante, tantissime se si considera che i francesi ne avevano subite appena due nel corso dell’intero torneo.
Francesco Pezzuto
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