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Renzi esaurisce i fiorentini e punta ai soliti noti: Chicco Testa allo Sviluppo?

by Nicola Mattei
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chicco testaRoma, 2 mag – Si stringe il cerchio attorno alla nomina a ministro dello Sviluppo, carica lasciata vacante dopo le dimissioni di Federica Guidi. Secondo indiscrezioni, il nome più accreditato – e che troverebbe il favore del premier Matteo Renzi – sarebbe quello di Chicco Testa.

Classe 1952, all’anagrafe Enrico, Chicco Testa vanta un discreto curriculum politico e professionale. Dopo la laurea in filosofia, dall’80 all’87 è stato segretario nazionale del movimento Legambiente, del quale fu tra i fondatori, venendo poi eletto alla Camera tra le fila del Partito Comunista. Deputato fino al 1994, quando entra nel consiglio di amministrazione di Acea, la municipalizzata romana dei servizi. Vi rimane per due anni, per poi fare il salto di qualità con la presidenza – fino al 2002 – del cda di Enel. Seguono quasi un decennio ai Rotschild e in ultimo, ma non per ultimo, le presidenze di Sorgenia e Assoelettrica, associazione nazionale delle imprese elettriche.

Dall’ambientalismo dei primi anni, con il penultimo governo Berlusconi Chicco Testa diviene un fervente sostenitore del nucleare. Allo stesso modo, dalle rivendicazioni dei circoli Arci (da cui Legambiente nacque) ai compensi milionari dei vertici delle società pubbliche il passo è stato brevissimo. Un uomo per tutte le stagioni, già definito anche “a corrente alternata” visti i numerosi trascorsi in società dell’energia. Un uomo giusto per smontare l’impalcatura renziana, che nella più classica delle parabole passa dai toni incendiari della rottamazione a quelli decisamente più “normalizzati” del riuso e del riciclo, andando a pescare fra i nomi della prima repubblica.

L’eventuale nomina di Chicco Testa, d’altra parte, solleva più di qualche dubbio. A parte l’aver girovagato per anni tra i salotti buoni dell’industria, non si capisce quali competenze potrebbe portare ad un ministero che si è caratterizzato, negli ultimi anni, per più di qualche difficoltà operativa, in specie sui sempre maggiori tavoli di crisi. E sarebbe questo il rinnovamento della classe dirigente italiana?

Nicola Mattei

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Pietro Frignani 2 Maggio 2016 - 10:57

Mattei ‘si questo e il rinnovamento della rottamazione stesse guide stesso binario stessa destinazione impoverimento generale del paese italia.

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