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L’export delle armi italiane fa boom: + 85%

by La Redazione
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Roma, 27 apr. – Nel 2016 l’export delle armi in Italia è aumentato dell’85%, raggiungendo i 14,6 miliardi di euro. Nel 2015 ci si era fermati a 7,9 miliardi. E nel 2014 a 2,9 miliardi. A riferirlo è la Relazione annuale al Parlamento in materia di armamenti, inviata dalla Presidenza del Consiglio. Quello delle armi, quindi è un settore florido, che non conosce crisi e aiuta l’economia italiana. L’Italia esporta armi in 82 Paesi, e si conferma ai primi posti nella graduatoria mondiale per penetrazione del mercato.

La metà del valore delle esportazioni si deve alla fornitura al Kuwait di 28 Eurofighter della Leonardo,  l’azienda italiana attiva nel settore della difesa sotto il quale si cela la vecchia Finmeccanica: una commessa che ha fruttato ben 7,3 miliardi di euro. Il Paese del Golfo risulta essere al primo posto come mercato di sbocco per l’Italia. Oltre agli aeromobili la categoria di armamenti più venduta dall’Italia è quella di “bombe, siluri razzi, missili e accessori”, che frutta una cifra pari a 1,2 miliardi. Ai primi 14 posti tra gli importatori di munizioni e sistemi d’arma “Made in Italy” ci sono 7 Paesi coinvolti direttamente in guerre nel Medio Oriente.

La Rwm Italia Spa, partecipata del gigante tedesco Rheinmetall Waffe Munition Gmbh, meglio noto come Rheinmetall Defence, con sede principale a Ghedi (Brescia), passa dal 19esimo posto in classifica del 2015, quando esportava per circa 52 milioni, al terzo assoluto nel 2016, dopo Leonardo e GE AVIO, con un totale di circa 500 milioni di export. La Rwm è balzata agli onori delle cronache per essere la principale produttrice delle bombe esportate verso i sauditi e utilizzate nella guerra in Yemen.

Nella classifica dell’export delle armi l’Italia è prima davanti al Regno Unito. Seguono Germania, Francia, Spagna e Arabia Saudita. Gli Usa si collocano soltanto al settimo posto. E il giro d’affari italiano non è da meno se si guarda all’importazione delle armi. Un business che ha toccato i 612 milioni di euro con un incremento ragguardevole del 169% rispetto all’anno precedente.

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