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Pil, Banca d’Italia aggiusta ancora le stime: niente crescita né quest’anno né il prossimo

by Filippo Burla
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pil-banca-ditalia-2016Roma, 10 dic – Stessa storia, stesso posto, stessa revisione, parafrasando gli 883. In Banca d’Italia – così come all’Istat, Eurostat, Commissione Ue e tutta la platea di soggetti che dall’inizio della crisi fanno (e sbagliano) le stime – devono essere dei grandi fan di Max Pezzali. Non fa eccezione quest’anno, così come probabilmente non la farà il prossimo. E così, per evitare guai, i primi aggiustamenti sul Pil del 2017 arrivano quando l’anno ancora deve iniziare.

Ad inaugurare la “stagione” delle revisioni è Banca d’Italia. Già il 2016 doveva essere il giro di boa, con l’indice a superare la soglia – non solo psicologica – dell’1%. Così non è stato, appuntamento da rinviarsi all’anno successivo. Sul quale cominciano però a farsi largo parecchie nubi. Nell’ultimo bollettino diramato da Via Nazionale si parla di “ipotesi meno favorevoli sull’andamento della domanda estera e dei tassi di interesse sui mercati internazionali”, con le stime “sostanzialmente in linea con quelle delle principali istituzioni internazionali”. Sbugiardato il governo, veniamo ai numeri: +0,9% nel 2016, idem nei dodici mesi successivi e un risicato +1,1%. Percentuali talmente basse da rischiare correzioni in corso d’opera, come da quasi dieci anni a questa parte. Basti pensare che meno di sei mesi fa per l’anno prossimo si parlava di +1,1%, +1,2 nel 2018.

A pesare sono soprattutto gli investimenti, che “si espandono a ritmi più sostenuti del Pil pur non recuperando per intero il forte calo occorso durante la fase di recessione”, tanto da stimare il raggiungimento dei livelli pre-crisi solo dal 2019 in avanti. Sempre per quanto riguarda la politica economica, Palazzo Koch mette l’accento sulla politica economica adottata dal governo, che nell’ultima finanziaria ha sfruttato quei pochi spazi per una “intonazione espansiva della politica di bilancio, che spinge la domanda interna”. Scelta in direzione contraria all’austerità imposta, ma evidentemente insufficiente per invertire la rotta.

Filippo Burla

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nemesi 10 Dicembre 2016 - 11:42

non serviva la banca d’Italia,bastava chiedere a me per sapere non solo che non ci sarà crescita per il 2017 ma anche per gli anni a venire.

Nel nostro Paese avevamo i migliori imprenditori ed i migliori operai del mondo; non è una battuta…basti pensare che sono serviti appena 15 anni a questo Paese letteralmente distrutto da 5 anni di guerra e letteralmente alla fame nel 1945 per creare il mitico boom economico degli anni ’60 che ha stupito il mondo (questo grazie anche ad una classe amministrativa seria creata in precedenza dal Fascismo -docenti in testa- e che era rimasta al suo posto)

per non parlare del Veneto che negli anni ’80 da solo faceva la progressione PIL più elevata al MONDO…e senza dimenticare nel 1991 la QUARTA posizione raggiunta dall’Italia nella classifica delle potenze mondiali.

Poi anzichè investire sul lavoro e sull’impresa si è investito sulle puttanate: gente sanissima che andava in PENSIONE A 35 ANNI DEL CAZZO…migliaia (milioni ?) di posti di lavoro FINTI nelllo stato…e la lista continua fino ad arrivare ai tempi nostri con il circa mezzo milione di finti profughi da mantenere,una cosa in grado di annientare anche il più piccolo barlume di buon senso.

Tutta questa follia ha significato solo una cosa…aumento della tassazione che ha mandato fuori prezzo e fuori mercato i nostri prodotti, e che ha impoverito sempre più gli Italiani, perchè ovviamente un carrozzone del genere era ed è fiscalmente costosissimo da mantenere.

Una volta almeno si poteva svalutare la lira aumentando la competitività dei nostri prodotti…poi con l’euro nemmeno quello
(da citare comunque la nefasta svalutazione della forza lavoro con impiego di immigrati per riuscire in qualche misura a compensare il primo effetto).

Alla fine -tra non molto- avremo un futuro di delinquenza e povertà, ove vigerà la legge del più forte (dal delinquente più spietato al riccastro più cinico) ma….

in tutto questo incubo saremmo tutti un pò più felici perchè potremmo ballare col tamburo in strada facendo le dita a corna..tipo festa multi-etnica a Milano fuori dalla caserma dei “profughi”.

fantastico no ?

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