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Di Stefano: “Il messaggio francese è chiaro, riesumare Berlusconi è un errore”

by La Redazione
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DiStefanoRoma, 7 dic – “Bisogna andare oltre i vecchi schemi e mollare il Sarkozy italiano”. E’ questa la chiave di lettura di Simone Di Stefano rispetto alla netta vittoria del Front National alle ultime elezioni regionali francesi. Il leader nazionale di Sovranità in un’intervista al Primato Nazionale rivolge ancora una volta un appello a Matteo Salvini per la creazione di un soggetto identitario a livello nazionale e ritorna sulla manifestazione di Bologna di un mese fa insieme a Berlusconi: “E’ stato un errore. Riproporre il vecchio centrodestra non serve a niente”.

Sorpreso dal risultato del Front National in Francia?

Non sono sorpreso, così come nessuno lo dovrebbero essere. La Francia negli ultimi anni ha vissuto l’avvicendamento tra destra e sinistra, partiti che alla fine sono diventati intercambiabili e diventati insopportabili agli occhi dell’elettorato. La grande coalizione alla fine ha perso tutta insieme.

A sinistra cercano di descrivere il risultato del partito della Le Pen come figlio della paura dopo gli attacchi di Parigi. E’ così? Perché i francesi votano Front National?

E’ chiaro che gli attentati di Parigi influiscono nella misura in cui gente si rende conto che gli attentatori erano per la maggioranza cittadini francesi, con passaporto francese, che potevano fare avanti indietro dalla Siria o girare per l’Europa indisturbati, andare senza problemi in Belgio a Molenbeek, il quartiere dove c’è a la radice dell’integralismo islamico in Europa, in quanto erano cittadini francesi. C’è un problema forte legato all’identità, alla cittadinanza e al fatto che tutti hanno capito ormai che negli immigrati di terza generazione non c’è questo sentimento di integrazione. Quando gioca la nazionale francese contro l’Algeria, nelle banlieue si va in giro con la bandiera dell’Algeria. Quindi c’è un problema profondo, c’è una consapevolezza nei francesi che l’identità della Francia è rischio.

Non c’è il rischio che con un’esperienza di governo il Front National rischi di indebolirsi, un po’ come succede ai movimenti di protesta come il Cinque Stelle qui da noi?

Non credo. Anzi, penso che avranno lo spunto per creare in quelle regioni il tipo di Stato che vogliono per la Francia intera. C’è una consapevolezza che è sicuramente cento volte maggiore rispetto a quella dei Cinque Stelle, c’è una visione, un programma politico che va oltre una proposta singola che è quella del reddito di cittadinanza; nel Front National oltre alla forte componente identitaria ci sono temi economici molto importanti, una critica forte alla globalizzazione, un’attenzione al prodotto locale, una critica forte all’Euro. Tutte tematiche che possono svilupparsi tranquillamente alla guida di una regione, per questo credo che per loro sarà un trampolino di lancio per poter dimostrare di essere in grado di amministrare e governare in futuro la Francia.

E’ possibile un Front National italiano? Il risultato francese che messaggio manda alla politica italiana?

Un Front National italiano è auspicabile. Il messaggio per chi in Italia si sente vicino alle posizioni della Le Pen è quello di avere il coraggio di mollare i vecchi schemi, di lasciar perdere gli avvicinamenti al centro, la rifondazione del centrodestra con all’interno chi è alleato di Sarkozy nel partito popolare europeo e di creare un soggetto nuovo. Salvini ha il compito e il dovere di fare un passaggio ulteriore, di andare oltre il centrodestra ma anche oltre la Lega, per creare qualcosa di nuovo. Il risultato francese insieme alla legge elettorale impongono questo cambiamento, proporre il vecchio centrodestra non serve a niente. Di fatto la giornata di Bologna ha rilanciato Silvio Berlusconi, nei telegiornali il commento dell’opposizione è affidato a Silvio Berlusconi e non a Matteo Salvini che rischia di uscire di scena come leader. Questo è stato un errore, dovuto più che a Matteo Salvini stesso ad un certo entourage all’interno della Lega Nord contrario a questo ulteriore passaggio e ancorato ad una vecchia idea della Lega Nord, solo che stiamo parlando di un partito che era al 3%.

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nota1488 7 Dicembre 2015 - 6:58

L’unico Fronte Nazionale credibile in Italia è stato sciolto nel 2000 per aver peccato contro la legge Mancino, tutto il resto sono alternative per perdere tutto per sempre. La Lega non deve fare l’errore di dissolversi in un partitone nazionale (perdendo tutta la base di voti del Nord), ma provare a riprodursi in chiave federalista e localista in tutto il resto d’Italia, con commissari del nord Italia nelle regioni dove non è presente, lasciando da parte i forzisti che si vogliono riciclare.

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Marco79Lecce 8 Dicembre 2015 - 1:25

La strada intrapesa da Salvini è ormai quella di tornare con Berlusconi..vedere Casapound seguirlo sarebbe una vera delusione..meglio morire con Onore che vivere nell’Infamia. Tanti danno il merito al Berlusca di aver sdoganato il MSI portandolo al Governo..io penso che sia stato il contrario..

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Marino 8 Dicembre 2015 - 11:48

Per battere la sinistra occorre una grande coalizione di centrodestra

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Barbo Burnybrain 14 Dicembre 2015 - 12:07

ma chi cazzo se ne frega di battere la sinistra? bisogna abbattere IL SISTEMA e non la sinistra. è quello l’errore dei DESTROIDI e dei CENTRISTI.

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