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Insinna prova a scusarsi, ma sembra un democristiano sull’orlo di una crisi di nervi

by Adriano Scianca
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Roma, 1 giu – La questione Flavio Insinna assume sempre più le sembianze di un caso clinico. Per farsi perdonare dai fuori onda aggressivi mandati in onda da Striscia la Notizia, così dissonanti rispetto alle parole ispirate del conduttore pronunciate a Carta Bianca qualche tempo fa, Insinna è tornato sul luogo del delitto: sempre dalla Berlinguer, infatti, il conduttore ha cercato di ricostruirsi un’immagine “buona”, a cui sembra tenere così tanto. L’esperimento non è stato riuscitissimo, tuttavia: Insinna è apparso nervoso, confuso, ansioso. I giornalisti in studio hanno faticato a prendere la parola per fare delle domande, di fronte al flusso di coscienza del presentatore, che tuttavia, come nel suo stile, ha girato attorno alle scuse e all’autocritica, ha sventolato ai quattro venti i suoi presunti meriti “solidali” pur specificando che non intendeva vantarsene.

Il tono con cui ha parlato del servizio di Striscia era simile a quello con cui una donna potrebbe raccontare uno stupro. Una sensibilità delicatissima, che fa a pugni con il toro infuriato, sboccato e cinico, ascoltato nei fuori onda incriminati: “Quello che mi sta succedendo è una cosa violentissima. Eppure stasera, con tutto l’odio che c’è contro di me, vengo qui a parlare di amore e di cose che questo Paese dovrebbe ritrovare. Io ho detto che voglio vivere in un Paese gentile, non gentile come me”. Un sano ritorno alla realtà, alle debolezze e alle rudezze umane, dopo lo scandalo, sarebbe stato il benvenuto, invece Insinna ha preferito restare su questo tono da predicatore, che era già fastidioso prima, figurarsi ora. E la “nana di merda che non parla”? Insinna ha ammesso di non aver neanche provato a contattarla, ma quando le hanno chiesto se, secondo lui, la concorrente insultata lo perdonerà, il presentatore ha replicato: “Mi ha perdonato Nostro Signore sulla croce”. Risposta degna di un assessore democristiano degli anni ’60, che ben rende l’idea del personaggio. Insomma, forse i fuorionda sono l’ultimo dei problemi.

Eppure la Rai non sembra aver intenzione di prendere le distanze. Il direttore di Rai1 Andrea Fabiano lo ha pure difeso pubblicamente: “Insinna non subirà sanzioni o richiami, ma sarà regolarmente nei palinsesti Rai della prossima stagione”. Secondo Dagospia a sorpresa potrebbe esserci addirittura un doppio impegno per Insinna per la prossima stagione televisiva. Insomma, una promozione. L’imprinting democristiano di mamma Rai è duro a morire, a quanto pare.

Adriano Scianca

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4 comments

PIER ANTONIO NICOLIS 1 Giugno 2017 - 12:23

falso o no , il perdono gli è dovuto. ai posteri ….

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sonny 1 Giugno 2017 - 1:10

A me più che imprinting democristiano, è sembrato più un imprinting comunista da PD, il che è mille volte peggio!

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nemesi 1 Giugno 2017 - 6:29

giochino.
facciamo finta che esista un conduttore di destra e che pronunci solo un minima parte di quanto urlato da questo Insigna o come diavolo si chiama….

sicuri che verrebbe invitato in trasmissione da una adorante Berlinguer senza contraddittorio alcuno ?

a proposito,quella del “nanismo” è una sindrome come quella di Down…ma davvero davvero uno che si vanta di essere dalla parte dei disabili può usare una sindrome per epiteto ?

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Mirko 1 Giugno 2017 - 11:46

La prima volta si era presentato con la camicia rossa…..e ho detto tutto.

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