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Altaforte ha vinto lo stesso. E adesso godetevi Jovanotti

by Adriano Scianca
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Torino, 9 mag – È finita (ma lo è davvero?) come era facile immaginare: con un abuso di potere. La recita è terminata e tutta la retorica ribellistica, militante, stradaiola, resistenziale si è rivelata per ciò che è sempre stata, una cortina fumogena alzata da una casta di mandarini arroganti. Altaforte è stata cacciata dal Salone del libro per un mero capriccio ideologico, per soddisfare la brama di censura di un drappello di questurini travestiti da intellettuali. “L’antifascismo è militante o non è“, scriveva Christian Raimo in testa al suo delirante status sull’offensiva culturale sovranista all’ombra del governo gialloverde. E questo slancio militante, “dal basso”, si è tradotto in un editto notturno, da parte di Comune e Regione, in cui candidamente si rivendica una censura ideologica al di fuori di qualsiasi logica legale.

La vera pasta dei grillini

Si era invocata l’azione di forza, per cacciare i fascisti dal Salone così come sono stati “cacciati dai quartieri” (?). È finita con la polizia municipale costretta a trafugare casse di libri nella notte, come i ladri. È una vicenda, questa, che ha il merito di ristabilire tante verità. Si capisce bene, ora, chi è che è ammanicato, protetto, coccolato e chi no. Si capisce come Raimo, Wu Ming, Zerocalcare siano una mera articolazione del potere più radicato e tenace, in Italia, che non è certo quello che si esprime in qualche autore Rai in quota Lega pronto a saltare dopo le prossime elezioni.

Si capisce anche la vera pasta dei grillini, le cui schermaglie con la sinistra sono sempre state liti in famiglia, screzi con il fratello scemo, che tuttavia, al momento giusto, sai che si schiererà con te. Detto questo, i tappi di champagne che già stanno saltando per festeggiare quell’esercizio di pratiche libertarie che è la censura di una casa editrice restano comunque intempestivi.

Altaforte comunque ha vinto

Che la cacciata di Altaforte sia una vittoria politica della sinistra, infatti, è tutto da dimostrare. Commercialmente e politicamente, Altaforte esce da questa vicenda rafforzata di cento volte rispetto a come vi era entrata. La sinistra vi esce invece come un drappello arrogante chiuso a riccio a difesa delle proprie rendite di posizione, incapace di comprendere il mondo là fuori, le sue ansie e i suoi cambiamenti. Qualsiasi cosa sia stato l’antifascismo in passato, oggi appare ai più come l’ultima ridotta del “lei non sa chi sono io”. Se va bene a loro, una “vittoria” così, allora va bene a tutti. E ora godetevi il Salone. C’era in programma Jovanotti, oggi, giusto?

Adriano Scianca

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5 comments

Piero 9 Maggio 2019 - 12:02

Impossibile non essere totalmente d’accordo con te, Scianca.
E’ opportuno sottolineare la natura sostanzialmente collusiva dei rapporti tra alcuni attori culturali (che si autorappresentano regolarmente come “antagonisti” e “alternativi”), quali Wu Ming e Zerocalcare, e il potere costituito; continuazione traslata delle relazioni esistenti tra centri sociali e sinistra istituzionale.
L’accaduto segna però un punto decisivo a favore del fronte identitario. Infatti, da oggi in avanti, la funzionalità subalterna di questi soggetti agli apparati di potere non potrà più apparire come inconsapevole – non dimentichiamo che anche i brigatisti degli anni ’70, finiti sul banco del tribunale, asserirono di essere stati manipolati e strumentalizzati a loro insaputa -, ma dovrà essere interpretata qual’è: una precisa scelta di appartenenza nell’agone del kulturkampf attuale.
Simile al taglio netto che separa dal corpo la testa di Bertrand, la linea di demarcazione tra gli uomini e i vermi si delinea sempre più.

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Giovanni 9 Maggio 2019 - 3:07

Perché la vincono sempre loro?

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Louis Vermont 9 Maggio 2019 - 5:26

Non si rendono conto neanche della loro stupidità. Alla fine hanno fatto perfino un favore ad Altafonte di cui ben pochi conoscevano l’esistenza prima della cagnara mediatica scatenata da costoro. Un tripudio di stupidità, infantilismo, isteria, delirio e violenza verbale citando l’immancabile Shoah. Si può parlare seriamente per loro di ricovero coatto in psichiatria.
Se la cantino e se lo suonino pure fra di loro nel loro salottino, nella loro bolla autistica ad autocelebrasi e raccontarsi trite e ritrite storie irenistiche su immigrazione, solidarietà, democrazia etc. A discapito dei mille meandri tragici della realtà. Se senza cultura sei coglione, con questa cultura sei un coglione colto.
P.S: Zerocalcare così avrà il “sacrosanto” diritto di avere il piscio libero. Con tutte le resistenze che fa, la Resistenza prostatica risparmiamoglia! E poi così avrà anche il diritto – anche questo acquisito costituzionalmente – di essere nel suo habitat naturale: Un cesso pieno di merda!

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ugo 9 Maggio 2019 - 9:45

Jovanotti… lui sì che è “sopra le parti”…

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Anche “la cucina futurista” come Altaforte, a Palermo scatta la censura: “L’editore è di destra” - AllNews24 14 Maggio 2019 - 10:39

[…] 14 mar – Come prevedibile, il caso della casa editrice Altaforte bandita dal Salone del Libro ha fornito ad altri un pericoloso precedente per ergersi, in modo del tutto arbitrario, a […]

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