Roma, 7 ago – Come già abbiamo avuto modo di rilevare nel corso di questa giornata, i verbali del Cts desecretati da Palazzo Chigi saranno sì parziali rispetto alla mole complessiva di atti prodotti in quel buio periodo, ma rappresentano comunque un incredibile vaso di Pandora di perle – chiamiamole così – sulla gestione a spizzichi e bocconi», come si dice nel centro Italia, dell’emergenza. Dal decalogo nordcoreano per piccini al «mistero» dei verbali del 3 marzo mai pervenuti a Conte, sembrerebbe quasi di stare in una monumentale sceneggiatura di un film di Mel Brooks – se solo questa «sceneggiatura» non avesse accoppato migliaia di persone.
Prendiamo ad esempio gli atti del 9 aprile 2020. A pagina 10 il Cts annuncia di aver acquisito i pareri del Gruppo di lavoro sui dispositivi medici, ovvero gli apparecchi di ventilazione cardiopolmonare in uso nei reparti di terapia intensiva. Nel secondo punto dell’elenco si riferisce che «la documentazione del ventilatore flight 60 è tutta in lingua cinese e pertanto non è possibile esprimere alcun giudizio». Qua siamo a livelli di Leslie Nielsen ne L’aereo più pazzo del mondo: il Cts ci sta quindi riferendo che le task force governative foraggiate dai contribuenti non sono riuscite a trovare un interprete per tradurre dal cinese il manuale di un dispositivo salva vita durante un’emergenza sanitaria nazionale, in data 9 aprile, quando cioè scarseggiavano i respiratori e le terapie intensive traboccavano di moribondi. Ma va bene. Non gli è venuto in mente, dai. Ammesso e non concesso che si possa passare sopra ad una «svista» simile, non riusciamo proprio a spiegarci per quale motivo a nessuno dei cervelloni facenti pare del gruppo di lavoro è venuto in mente di fare quello che la sottoscritta, umile pubblicista, ha pensato subito dopo aver letto il verbale: cioè cercare su Google il manuale delle istruzioni tecniche del flight 60, che appare qui in tutto il suo splendore di 130 pagine in inglese (Almeno quello sapete tradurlo?).
Non è finita qui. Sempre a pagina 10 del verbale, al quinto punto della lista di pareri del Gdl, si legge che «la brochure del ventilatore VELA non reca le caratteristiche tecniche, pertanto si ribadisce quanto precedentemente scritto: “del ventilatore Vela è fornita solo la brichure di presentazione senza alcuna nota tecnica. Detto ventilatore è in uso in alcune terapia intensive e se le caratteristiche tecniche fossero confermate come congruenti con i requisiti andrebbero presi in considerazione”». Ovviamente anche in questo caso è stato sufficiente cercare su Google il manuale di utilizzo ed ecco comparire ben 71 pagine (in italiano, addirittura) tra istruzioni e caratteristiche tecniche.
Che cosa dovremmo pensare di un presidente del Consiglio che per mesi si è trincerato dietro questi popò di «pareri tecnici» limitando le libertà di 60 milioni di italiani e mandando il Paese nel baratro della crisi? Chi abbiamo pagato, e per fare che cosa, durante tutto il periodo del lockdown e quello successivo? In base a quali garanzie dovremmo starli ancora ad ascoltare? Misteri di Giuseppi.
Cristina Gauri
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