La denuncia per diffamazione aggravata è stata presentata questa mattina presso la Procura del Tribunale di Rieti. “Le vittime del sisma sono state rappresentate in modo tale da somigliare a degli stereotipati piatti della tradizione culinaria italiana”, spiega il legale del Comune Mario Cicchetti, che fa poi riferimento alla seconda vignetta che “aveva attribuito la colpa della devastazione del centro Italia alla mafia. Si tratta di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale”. L’avvocato passa poi all’attacco del tanto osannato diritto di satira: “la critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere ‘satira’ e in questo caso le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, le persone che sono sopravvissute e la città di Amatrice”.
Rispetto alla competenza territoriale della querela, proprio l’enorme diffusione sui social network e sulla stampa italiana, evidenzia evidenzia “come il reato si sia, senza dubbio, consumato sul territorio italiano in quanto la condotta diffamatoria, per quanto intrapresa con la pubblicazione della vignette in Francia, si è perfezionata in Italia attraverso la loro percezione e diffusione sia sui media tradizionali sia sui social network”. Ora gli autori delle vignette Felix e Coco, insieme ai direttori della testata, rischiano dunque l’ipotesi di reato per diffamazione. Senza dubbio la querela è già qualcosa, anche se, come riportato sulle nostre colonne nel commento alle vignette, “qualche sano, novecentesco, futuristico, velocizzatore, goliardico ceffone se lo meriterebbero davvero tanto. Non chiamatela violenza: sarebbe solo satira”.
Davide Romano
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