La questione relativa alle molestie degli immigrati nelle piscine sta diventando un fatto abitudinario in molti paesi del nord Europa, come testimoniano i divieti di accesso agli impianti per gli immigrati di sesso maschile stabiliti in alcune città del Belgio e della Germania. Nella cittadina belga di Kokzijdeil, il sindaco Marc Vanden Bussche, ha spiegato che “molte donne si sono lamentate perché si sentivano fissate e perché hanno notato che molti uomini scattavano loro delle foto. E’ un’escalation: prima non avevamo mai ricevuto proteste di questo tipo“. Strano, chissà come mai questa escalation in concomitanza con l’aumento esponenziale dei flussi migratori.
A Kokzijdeil a subire violenza è stata una ragazzina di 11 anni, palpeggiata da un iracheno di 23. Ma il sindaco non si scompone e ribadisce “dobbiamo insegnare loro il nostro modo di vivere e le regole da seguire quando vanno in piscina. Il divieto, comunque, non riguarderà i bambini e le loro madri”. Decisione, quella del divieto di ingresso per i rifugiati maschi, contestata da Theo Francken, segretario di Stato per l’Immigrazione del Belgio. “Non è mai saggio punire un intero gruppo per le trasgressioni di pochi. I richiedenti asilo vivono in centri aperti, sono liberi di andare a nuotare”. Con questa classe dirigente pro invasione i popoli europei possono dormire sogni tranquilli.