Roma, 10 dic — Chi mai potrebbe contestare questa verità: «Babbo Natale non esiste e la Coca Cola, ma non solo, ne usa l’immagine per accreditarsi come portatrice di valori sani». Peccato che a dirla è stato il vescovo di Noto, Antonio Staglianò, di fronte a una platea di studenti di tutte le età, quindi anche di bambini, che alla venuta di Babbo Natale ci credono ancora. Immaginatevi il trauma dei piccini, a cui forse andava di sognare ancora per qualche anno prima di digerire l’amaro boccone.
Il vescovo di Noto gela i bimbi: “Babbo natale non esiste”
Le parole del vescovo sono risuonate impietose tra le arcate della basilica del Santissimo Salvatore di Noto. «Vedi Babbo Natale alias consumismo, brama di possedere, comprare, comprare e ancora comprare» e «allora bisogna rivalorizzarlo dandole un nuovo significato». Un’azione che va esercitata «in primis in famiglia». La polemica social è servita. I pargoli sono tornati in lacrime dai genitori che, indignati, hanno sollevato il polverone online di rito.
La diocesi risponde così
La risposta della diocesi è stata chiara. «In questi giorni — ha scritto don Alessandro Paolino, responsabile per le Comunicazioni sociali — è sorta una polemica perché il vescovo di Noto avrebbe detto a un gruppo di bambini che Babbo Natale non esiste. Esprimo anzitutto, a nome del vescovo, il dispiacere per questa dichiarazione che ha generato delusione nei più piccoli, volendo precisare che le intenzioni di monsignor Staglianò erano ben altre, quelle cioè di riflettere con maggiore consapevolezza sul senso del Natale e delle belle tradizioni che lo accompagnano».
Appare ovvio che l’intento del vescovo non fosse rovinare la festa ai più piccini rivelando la vera identità di Babbo Natale «ma di aiutarli a riflettere più profondamente — a partire dalla figura storica di San Nicola che dispensava doni ai più poveri — sul senso del dono, della generosità, della solidarietà che dovrebbero caratterizzare il Natale, la festa nella quale – nell’ottica di una fede cristiana creduta e praticata – riceviamo il dono per eccellenza, Gesù Cristo». L’insegnamento da trarre, secondo Stagliano, è questo: «Meno regali da fare e consumare. Più doni da condividere. In questo modo siamo esortati dal vescovo a recuperare la bellezza di un Natale ormai sempre più commerciale e scristianizzato».
Cristina Gauri
2 comments
Sono d’ accordo con il prete, il babbo natale è diventato solo uno strumento per comprarsi gli altri, compresi i propri figli. Prova ne è che pochissimi contestano la indegna strumentalizzazione targata coca-cola. Bisogna attaccare la CaccaCompany, non il prete! W il chinotto e il Natale Solare!
Caro arcivescovo,
banalizzare Babbo Natale con la coca cola è un grosso errore.
Probabilmente hai saltato l’infanzia.