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Branco violenta 18enne, il padre di lei dà ragione agli stupratori: “Era ubriaca”

by Cristina Gauri
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Trapani, 30 apr — A Campobello di Mazara, piccolo comune del Trapanese, una ragazza di 18 anni è stata stupratada due ragazzi mentre altri tre osservavano senza intervenire, scattando foto della scena e deridendo la vittima: all’atrocità del gesto si sono aggiunte le dichiarazioni del padre del 18enne che ha definito gli aggressori «bravi ragazzi» e ha incolpato la figlia perché in quei momenti «era ubriaca».

Il padre difende gli stupratori: “Mia figlia ubriaca”

Grazie alla denuncia della 18enne, gli stupratori e relativi testimoni — che hanno un’età compresa tra i 20 e i 24 anni — sono stati arrestati. Ma proprio alcune ore dopo si è inserita la figura del padre, che avrebbe chiamato i carabinieri per difendere il branco: «Mia figlia vi ha raccontato dei fatti non veri. Era sotto l’effetto di sostanza alcoliche e quindi non era in grado di capire quanto accaduto».

Nessun “bravo ragazzo”

Le ricostruzioni effettuate dagli inquirenti e il rapporto e del giudice per le indagini preliminari, tuttavia, smentiscono la tesi paterna dei «bravi ragazzi» e confermano la misura di custodia cautelare per i quattro — il quinto, essendo minorenne, è indagato a piede libero. I cinque, infatti, avrebbero attirato la 18enne in una trappola raccontandole che si sarebbe tenuta una festa con molti invitati. Quando la vittima si è presentata, ad attenderla c’erano solo i suoi aguzzini. «Mi hanno portata in una casa estiva di Tre Fontane dicendo che c’erano anche altre ragazze. Abbiamo ballato e bevuto in attesa che arrivassero, ma non si è presentato nessuno», spiega la 18enne.

Lo stupro

La ragazza si era quindi appartata con un ragazzo — che conosceva e con cui usciva saltuariamente — al primo piano dell’abitazione. Ma all’improvviso due dei presenti erano entrati nella stanza avventandosi sulla vittima, mentre gli altri tre, appostati sull’uscio della porta, ridevano e scattavano foto. «Io chiedevo aiuto, cercavo di divincolarmi, mi temevano le braccia, ho sbattuto la testa contro il muro. Chiedevo aiuto, ma nessuno mi ha aiutata». Finito di abusare di lei, i cinque l’avevano riportata a casa dai genitori e dal fratello, a cui la vittima aveva raccontato ogni cosa.

Da lì la decisione di accompagnarla a sporgere denuncia perché «i genitori erano troppo scossi». Dal canto loro gli accusati, secondo quanto è emerso dalle carte, avrebbero provato a difendersi fornendo i nominativi di persone presenti alla festa — che in realtà non vi avevano mai fatto comparsa — e cercando di accusare la 18enne, rilasciando dichiarazioni secondo il gip «prive di fondamento e ingannevoli». La ragazza era ubriaca e «vomitava dappertutto» e «la serata è stata tranquilla senza problemi di nessuna natura» e anzi, è stata la vittinma «a sferrare calci e pugni». Poi, l’incredibile «assist» del padre della vittima.

Cristina Gauri

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