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Roma, 20 lug – Sarà anche vero che dire “ci sono ben altre priorità” è spesso un modo per fare “benaltrismo”, ovvero per aggirare una questione senza affrontarla nel merito, con la scusa di qualche altro argomento che è sempre più urgente. Va però anche detto che una politica senza il minimo senso delle priorità è una politica suicida. Occuparsi della polis significa decidere. E anche decidere di cosa decidere. Il Parlamento italiano, in questo momento storico, ha deciso di occuparsi di unioni civili e canbabis libera. Cioè, in sostanza, dell’ordine del giorno di un’assemblea d’istituto. Quando si è al liceo, in effetti, si tende a dare priorità a tutto ciò che riguarda il way of life, i modi di vita. È l’età in cui proprio sui modi di vita ci si scontra con i genitori e l’autocoscienza in formazione reclama una libertà che è facile declinare nel linguaggio dei “diritti”. I grandi problemi, del resto, rischiano di sembrare astratti, lontani. Servirà qualche anno ancora di maturazione per capire che l’asse del mondo non passa per il proprio ombelico e che proprio le questioni apparentemente più complesse e generali sono quelle da cui dipende anche il nostro destino personale. Questa fase, tuttavia, la politica italiana sembra averla saltata. Non che legiferare su droghe leggere o unioni civili sia di per sé assurdo, ma se confrontiamo l’intensità di questo impegno con la nullità di proposte, idee, decisioni su terrorismo, crisi economica, emergenza immigrazione, situazione greca, situazione ucraina, l’impressione è davvero quella di un prepotente distacco dalla realtà. Su tutti questi problemi reali, il Parlamento e il governo non hanno nulla da dire e tanto meno da fare. Sono come bambinetti portati a un seminario su Hegel: dopo un po’ si annoiano e chiedono il gelato. Per Renzi al pistacchio, grazie.
Adriano Scianca
Roma, 20 lug – Sarà anche vero che dire “ci sono ben altre priorità” è spesso un modo per fare “benaltrismo”, ovvero per aggirare una questione senza affrontarla nel merito, con la scusa di qualche altro argomento che è sempre più urgente. Va però anche detto che una politica senza il minimo senso delle priorità è una politica suicida. Occuparsi della polis significa decidere. E anche decidere di cosa decidere. Il Parlamento italiano, in questo momento storico, ha deciso di occuparsi di unioni civili e canbabis libera. Cioè, in sostanza, dell’ordine del giorno di un’assemblea d’istituto. Quando si è al liceo, in effetti, si tende a dare priorità a tutto ciò che riguarda il way of life, i modi di vita. È l’età in cui proprio sui modi di vita ci si scontra con i genitori e l’autocoscienza in formazione reclama una libertà che è facile declinare nel linguaggio dei “diritti”. I grandi problemi, del resto, rischiano di sembrare astratti, lontani. Servirà qualche anno ancora di maturazione per capire che l’asse del mondo non passa per il proprio ombelico e che proprio le questioni apparentemente più complesse e generali sono quelle da cui dipende anche il nostro destino personale. Questa fase, tuttavia, la politica italiana sembra averla saltata. Non che legiferare su droghe leggere o unioni civili sia di per sé assurdo, ma se confrontiamo l’intensità di questo impegno con la nullità di proposte, idee, decisioni su terrorismo, crisi economica, emergenza immigrazione, situazione greca, situazione ucraina, l’impressione è davvero quella di un prepotente distacco dalla realtà. Su tutti questi problemi reali, il Parlamento e il governo non hanno nulla da dire e tanto meno da fare. Sono come bambinetti portati a un seminario su Hegel: dopo un po’ si annoiano e chiedono il gelato. Per Renzi al pistacchio, grazie.
Adriano Scianca
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