Home » Immigrati, Viminale e Vaticano "minacciano" il Veneto

Immigrati, Viminale e Vaticano "minacciano" il Veneto

by La Redazione
0 commento

ZaiaRoma, 20 lug – Roma manda un chiaro ‘avvertimento’ al Veneto: non pensi di fare come vuole. Le rivendicazioni indipendentiste però questa volta non c’entrano. E gli unici blindati che potremmo vedere, non sono la ruspa riconvertite a ‘tanko’ dai ‘serenissimi’, ma quelli delle forze dell’ordine chiamati a far rispettare le decisioni prese al ministero dell’Interno. In una intervista al quotidiano il Gazzettino, Mario Morcone, prefetto e capo del dipartimento immigrazione del Viminale che giovedì sarà a Treviso e Venezia per affrontare l’emergenza profughi, non ha usato messe parole per dire che: “Non passerà l’idea di un Veneto porto franco. L’idea è decidere insieme. Ma – ha detto – l’accoglienza e lo smistamento dei profughi sono un problema che i veneti devono affrontare. Se non lo risolvono da soli ci pensiamo noi”.
MESSAGGIO A ZAIA – L’avvertimento, pur senza destinatario, sembra destinato al Presidente della Regione, Luca Zaia, che nei giorni scorsi si è schierato con chi ha protestato a Quinto di Treviso ed Eraclea Marina, arrivando anche a usare parole molto forti, accusando il Governo di “voler africanizzare il Veneto”. Affermazioni che gli sono costate persino una sorta di ‘scomunica’ da parte dei Vescovi. Venerdì Avvenire, il giornale della Cei, in un corsivo non firmato (e quindi riconducibile alla direzione), ammoniva: “Non serve al Veneto questa ondata di intolleranza, Zaia sa essere responsabile. Sia governatore, non attivista di partito”.
MA ANCHE NO – La questione dell’accoglienza però, agita le acque anche nel centrosinistra. Gli amministratori locali (e anche alcuni parlamentari) del Pd, si sono ad esempio schierati contro l’ipotesi di trasformare l’ex caserma Serena in un Hub unico regionale per concentrare lì tutti i profughi e poi smistarli. Un’ipotesi che in un primo momento Morcone non aveva escluso e sulla quale invece ha fatto dietrofront dopo la presa di posizione di diversi primi cittadini. Come quello di Treviso Giovanni Manildo, che ha scandito: “La Serena non diventerà mai un hub, tantomeno a livello regionale”. O il sindaco di Quinto Miriam Giuriati: “Diciamo no a un hub alle Serena, il clima è già pesante oggi”. E infatti il dirigente del dicastero guidato da Angelino Alfano ha dovuto rettificare: “Il ministero non ha alcuna intenzione di calare decisioni dall’alto. Non abbiamo alcuna intenzione di aprire un hub a prescindere, già i fatti di Quinto hanno creato polemiche e tensioni, ci mancherebbe altro creare un altro caso. A chi gioverebbe?”.
Una tesi ribadita oggi attraverso le colonne del Gazzettino: “Non è stato deciso nulla. Non sono innamorato della soluzione dell’ex caserma Serena e la realizzazione di un centro unico di smistamento dei profughi per il Veneto è ancora da valutare. Ricordatevi – ha aggiunto – che in Friuli hanno scelto di smistare i profughi in 5-6 piccole caserme dismesse preferendo l’accoglienza diffusa al centro unico regionale, che non è stato creato”.
Ancora parecchia confusione quindi, salvo una certezza: in un modo o nell’altro, il governo i clandestini in Veneto ce li vuole mandare. 
Giancarlo Litta

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati