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Caos coronavirus, carceri in rivolta: 11 detenuti morti, 22 ancora in fuga

by Alessandro Della Guglia
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carceri, detenuti

Roma, 10 mar – Le proteste nelle carceri italiane non si arrestano, con i detenuti che chiedono protezione dal coronavirus e al contempo contestano duramente il divieto delle visite imposto dal decreto governativo per evitare contagi. Le rivolte, iniziate tre giorni fa in alcuni istituti penitenziari come quello di Salerno, si sono rapidamente diffuse in tutta Italia estendendosi a più di venti carceri: da Siracusa a San Vittore, passando per Avellino e Foggia. In quest’ultima città sono riusciti a evadere decine di detenuti e 22 di questi sono ancora in fuga. Tra di loro vi sarebbero anche alcuni esponenti della mafia garganica e un condannato per omicidio.

Detenuti morti nelle carceri di Modena e Rieti

Ma oltre agli evasi si contano tristemente anche le vittime, al momento 11 in totale. A Modena sono 8 i morti tra i detenuti, dopo la rivolta scoppiata due giorni fa. Di questi quattro sono deceduti nel carcere emiliano mentre gli altri quattro sono morti dopo il trasferimento ad Alessandria, Verona, Parma e Ascoli. Stando alle prime indagini avrebbero tutti assunto psicofarmaci rubati dai cassetti delle medicine dell’infermieria dell’istituto penitenziario che avevano assalto. Identica sorte per tre detenuti nel carcere di Rieti, morti (stando sempre alle prime ricostruzioni) dopo aver assunto farmaci rubati nell’infermieria. Nel carcere della città laziale altri 7 detenuti sono stati ricoverati in ospedale e di questi 3 si troverebbero in terapia intensiva. Un altro detenuto, in gravi condizioni, sarebbe invece stato trasferito in elicottero a Roma.

In queste ore però sta venendo a galla in modo particolare anche il problema del sovraffollamento delle carceri italiane, atavica questione mai evidentemente risolta. A Siracusa, ne carcere di Cavadonna, questa notte è scoppiato l’inferno con circa 70 detenuti che hanno dato alle fiamme le lenzuola, distrutto gli impianti di sorveglianza, danneggiato pesantemente due cucine e utilizzato le brande per sfondare i cancelli. Si tratta di un istituto penitenziario che ospita 680 detenuti, quando la capienza massima sarebbe di circa un centinaio in meno.

Alessandro Della Guglia

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Jos 10 Marzo 2020 - 4:16

…se non altro loro vogliono uscire, mentre il resto degli italioti vogliono chiedersi, volontariamente….da ebeti….

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