Roma, 3 lug – Non si placano le sterili polemiche esplose in seguito alla partecipazione di Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, durante la serata inaugurale di Maxxi Estate, il programma estivo del Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. L’intervento del famoso critico d’arte ha suscitato la solita isterica indignazione della maggior parte della sinistra istituzionale, la quale lo ha accusato di essere sconfinato nella volgarità e nel turpiloquio, tra “espressioni sessiste” ed “elogi del membro maschile”.
Sgarbi resiste dopo la bufera
La bufera mediatica non si è fatta attendere, seguita anche dalla lettera firmata da alcuni dipendenti nella quale venivano sottolineate le fantomatiche offese proferite da Sgarbi, il quale fa sapere di voler cedere nemmeno un metro: “Se mi venissero chieste le dimissioni per una cosa del genere, il ministero della Cultura dovrebbe chiudere le porte per sempre. Sarebbe censura, vero fascismo”. Lo stesso ha ribadito di non avere, a ragion veduta, alcuna intenzione di dimettersi e di aver presenziato all’iniziativa solamente in qualità di “amico di Morgan”, non essendo la stessa un’occasione istituzionale.
I censori non trovano pace
Nel mentre l’ipocrisia della sinistra continua a farsi sentire, in aggiunta alle prese di posizione di una parte della cultura “radical chic”, come la regista Cristina Comencini, la quale ha annunciato l’annullamento della presentazione del proprio libro al Maxxi: “Non me la sento più dopo aver sentito il sottosegretario alla Cultura parlare in quel modo sulle donne”. Chissà quante persone si stracceranno le vesti dopo questa notizia. Il pressing sul ministro Sangiuliano è arrivato da tutti i leader dell’opposizione, da Calenda a Fratoianni, passando per il Verde Bonelli, il quale ha pure citato in giudizio il sottosegretario. Ancora una volta trova spazio tutta la miseria politica e la solita psicosi dei censori del “politicamente corretto”.
Andrea Grieco
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