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“Coprifuoco? C’è margine per slittamento”. Così Locatelli del Cts (manca solo Draghi)

by Adolfo Spezzaferro
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coprifuoco locatelli

Roma, 12 mag – “C’è il margine per uno slittamento del coprifuoco“: parola di Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. Insomma, ora lo dicono pure gli esperti che l’odiosa e odiata restrizione, vero e proprio ostacolo alla ripartenza del Paese e al rilancio del turismo, si può quanto meno posticipare. Mentre la maggioranza è spaccata tra “rigoristi” come alcuni ministri giallofucsia e soprattutto come il ministro della Salute Speranza – che vorrebbe rimandare il posticipo del coprifuoco il più possibile – e centrodestra di governo insieme a Italia Viva che invece ne chiedono l’abolizione, ora qualcosa si muove.

Locatelli (Cts): “Margine per slittamento coprifuoco, scelta spetta al governo”

“Credo che ci sia il margine per uno slittamento dell’orario di restrizione dei movimenti. Poi se saranno le 23 o le 24 è una scelta che spetta al governo“, dice Locatelli, ospite stamane di Agorà, in vista della cabina di regia sul tema riaperture, slittata a lunedì 17. Il posticipo potrebbe avvenire, spiega l’esperto, sempre “premesso che la scelta spetta alla politica e premesso che i numeri che avremo venerdì certamente serviranno per prendere decisioni compiute”. In ogni caso, la palla sta alla politica.

Sibilia (M5S): “Per supportare ristorazione e spettacolo, chiudere alle 24 è rischio calcolato”

“Visto che il professor Locatelli ha dichiarato che ‘c’è margine per slittamento del coprifuoco, ma è decisione politica’, come governo dovremmo cogliere questa opportunità. Per supportare le attività di ristorazione e il mondo dello spettacolo, chiudere alle 24 è un rischio calcolato“. Così sui social il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia (M5S) apre uno spiraglio sul fronte dei giallofucsia.

“Abbracci? In Italia ancora presto per dare una data”

Per quanto riguarda l’eventuale riapertura dei ristoranti al chiuso e dei centri commerciali nel fine settimana, “anche queste scelte – dice sempre Locatelli – evidentemente spettano al governo. E’ chiaro che più riusciamo a mantenere sotto controllo la situazione” di Covid-19 “più esistono margini per considerare riaperture”. E gli abbracci? Se nel Regno Unito tornano, in Italia è ancora presto per dare una data. Secondo il presidente del Consiglio superiore di Sanità, se ne parlerà “quando avremo percentuali più alte” di vaccinati contro Covid “di quelle già buone che abbiamo oggi”. “Ricordo che al momento il 28% della popolazione italiana ha ricevuto la prima dose, per fare un paragone con il Regno Unito”, prosegue Locatelli. Ma “quando avremo una circolazione virale ancora più ridotta, allora certamente potremo tornare anche ad abbracciarci”, cosa “che indubitabilmente fa parte della nostra socialità e affettività e ne sentiamo tutti la mancanza”.

“Mascherina? Ecdc dice che si può togliere con il 50% della popolazione vaccinata”

Locatelli, anche rispetto a un allentamento sulla mascherina (che secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri si potrà togliere all’aperto con 30 milioni di vaccinati), ha precisato che “c’è un pronunciamento dell’Ecdc”, il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie. Ebbene, l’Ecdc indica questa possibilità col 50% della popolazione vaccinata, “ma altrettanto chiaramente indica che se si è in presenza di soggetti a rischio di sviluppare malattia grave è meglio attenersi al fatto di indossarla. Continuiamo così – spegne ogni speranza Locatelli – andiamo avanti in maniera graduale e progressiva. Poi arriverà il momento in cui ci emanciperemo anche dalle mascherine”.

Il dato è che con contagi e ricoveri in calo da settimane, con l’aumento progressivo della popolazione vaccinata il governo Draghi ancora tentenna. Mentre il resto dell’Europa è già ripartito.

Adolfo Spezzaferro

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