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Culle sempre più vuote: calo nascite raddoppiato rispetto al 2020 (ma non è solo colpa del Covid)

by Ludovica Colli
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Roma, 14 dic – La pandemia, con lockdown e chiusure, fa crollare ulteriormente le nascite: nel 2020 si registra un nuovo record di culle vuote. E’ quanto emerge dal bollettino dell’Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente 2020”. Il rapporto mostra che lo scorso anno “i nati sono 404.892 (-15 mila sul 2019). Il calo (-2,5% nei primi 10 mesi dell’anno) si è accentuato a novembre (-8,3% rispetto allo stesso mese del 2019) e dicembre (-10,7%), mesi in cui si cominciano a contare le nascite concepite all’inizio dell’ondata epidemica”.

Nel 2021 culle ancora più vuote: a settembre -12.500 nascite, dato raddoppiato rispetto al 2020

La tendenza non cambia nel 2021, anzi. Con lockdown, chiusure, restrizioni e divieti anti-Covid, ne corso di quest’anno si registra un calo ulteriore. ”La denatalità prosegue nel 2021 – spiega l’Istat -. Secondo i dati provvisori di gennaio-settembre le minori nascite sono già 12mila 500, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo del 2020′‘. Scende anche il numero medio di figli per donna. Nel 2020 si attesta a 1,24 per il complesso delle residenti, da 1,44 negli anni 2008-2010, anni di massimo relativo della fecondità.

Il calo maggiore (-15,4%) nel Nord-Ovest

Se andiamo a vedere il crollo delle nascite sul piano territoriale, ”nel Nord-Ovest, più colpito dalla pandemia durante la prima ondata, a dicembre il calo tocca il 15,4%. Il clima di incertezza e le restrizioni relative al lockdown sembrano dunque aver influenzato la scelta di rinviare il concepimento. A gennaio 2021 si rileva la massima riduzione di nati a livello nazionale (13,6%), con picco nel Sud (-15,3%) che prosegue, più contenuta, anche a febbraio (-4,9%); queste nascite sono, per la quasi totalità, riferibili ai concepimenti di aprile e maggio 2020”.

Effetto Covid: i numeri parlano chiaro

”Il forte calo dei nati a gennaio 2021, tra i più ampi mai registrati, dopo quello già marcato degli ultimi due mesi del 2020, lascia pochi dubbi sul ruolo svolto dall’epidemia. Il crollo delle nascite tra dicembre e febbraio, riferibile ai mancati concepimenti della prima ondata pandemica, poteva essere dovuto al posticipo di pochi mesi dei piani di genitorialità. Tuttavia, dai primi dati disponibili, tale diminuzione sembra l’indizio di una tendenza più duratura in cui il ritardo è persistente o, comunque, tale da portare all’abbandono nel breve termine della scelta riproduttiva”.

Numero medio figli per donne italiane più basso di sempre

E’ di 1,17 il numero medio di figli delle donne di cittadinanza italiana, si tratta del dato più basso di sempre. ”Il numero medio di figli per donna delle italiane è in calo al Nord (da 1,16 a 1,14) e in egual misura nel Mezzogiorno (da 1,23 a 1,21). Resta stabile al Centro (1,11). Al Nord a detenere il primato della fecondità delle italiane resta sempre la Provincia autonoma di Bolzano (1,62) seguita dalla provincia di Trento (1,27). Tra le regioni del Centro, il livello più elevato si osserva nel Lazio (1,13) mentre nel Mezzogiorno il picco si registra in Sicilia (1,30) e Campania (1,28); in Sardegna si registra il valore minimo pari a 0,94, ancora in diminuzione rispetto allo 0,97 del 2019”.

Età media per il primo figlio sale a 31,4 anni

Nel 2020 è di 31,4 anni l’età media alla nascita del primo figlio, oltre 3 anni in più rispetto al 1995. ”Le regioni del Centro sono quelle che presentano il calendario più posticipato (32,6 anni). Le madri residenti nel Lazio hanno un’età media al parto pari a 32,7 anni, al pari delle madri del Molise, superate solo da quelle della Basilicata (33 anni) e della Sardegna (32,8)”.

Questi numeri purtroppo mostrano una tendenza in atto ormai da tempo, a prescindere dalla pandemia: sempre meno donne italiane fanno figli. Se ne fanno, ne fanno pochissimi e non da giovanissime.

Ludovica Colli

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5 comments

fabio crociato 14 Dicembre 2021 - 1:37

Vogliono restare sempre bambine perché la vita da adulte fa schifo? Penso che un paio di generazioni (compresa la mia) è bene che scompaia! Triste ma vero. Sta nelle eccezioni dimostrarsi veramente eccezioni ma è davvero arduo. In tutti i campi.

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Arturo 15 Dicembre 2021 - 11:08

Chi ce l’ha il coraggio di mettere su figli in una terra come la Lombardia più multietnica degli Stati Uniti.

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jenablindata 15 Dicembre 2021 - 11:43

ah,non si fanno più figli?
che scoperta….
è più che normale:

la nostra cultura fa terrorismo riproduttivo alle future madri,spaventandole a morte per quello che è un parto naturalissimo..
e insegna alle donne un egoismo insopportabile che le porta a rifiutare matrimoni in giovane età,
congela e reprime ogni naturale interesse maschile verso le femmine,
fa scappare gli uomini da ogni potenziale impegno con una donna per evitarsi problemi legali prima e divorzili poi,
rende la prole costosissima da crescere,impegnativa fino al delirio nell’educazione
e completamente inutile per il benessere psichico della coppia ed economico della famiglia….
mentre dallo stesso stato che con le sue leggi ci ha messo in questa situazione,
non arriva nessun aiuto serio sul fronte dei servizi alle famiglie:

che cosa ci si aspetta che succeda?

è ovvio anche agli idioti,che andremo a finire in vacca….
e sarà fortemente voluto,e ben meritato.

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Culle sempre più vuote: calo nascite raddoppiato rispetto al 2020 (ma non è solo colpa del Covid) - Il Primato Nazionale - SALUTE.LAZIO.IT 15 Dicembre 2021 - 12:55

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