Roma, 3 apr — A che punto siamo con ‘sta integrazione? Maluccio, a giudicare dai recenti episodi che punteggiano le cronache di tutto lo Stivale. Oltre alle problematiche legate a una fetta piuttosto rilevante della popolazione immigrata, che non ne vuole sapere di adattarsi a leggi, usi e costumi del Paese che li ospita, emerge ora anche la piaga delle faide etniche tra stranieri di differente nazionalità, spesso giovanissimi. Maxi risse, episodi persecutori e di bullismo, scontri all’ultimo sangue per ottenere il predominio di una zona: così la narrazione sinistrorsa  degli «italiani razzisti», si schianta contro una verità ormai sotto gli occhi di tutti: gli immigrati sono i primi a non sopportarsi tra di loro.

Faida etnica tra pachistani e tunisini, un 16enne morto 

Quanto accaduto il pomeriggio di due giorni fa al parco Novi Sad di Modena ne è l’esatta esemplificazione. Due gruppi di giovanissimi, uno di nazionalità tunisina e l’altro composto da ragazzi pachistani, si è fronteggiato in uno scontro all’ultimo sangue; l’ennesima faida etnica sfociata in un fatto di sangue gravissimo che ha lasciato sul campo un 16enne pachistano morto e altri due gravemente feriti. Il sanguinoso episodio è avvenuto verso le 16.30 di venerdì 31 marzo, all’interno dell’area verde del parco, dal lato del Palamolza. La scena è stata ripresa con un cellulare da alcuni testimoni che hanno poi diffuso il video sui social.

Mortos sull’ambulanza 

Pugni, calci, bastonate, coltellate, a un certo punto spunta quella che sembra essere una katana: alla fine resteranno per terra tre giovani, in una pozza di sangue. Altri riporteranno lievi ferite alle mani, guaribili in pochi giorni. Sul posto sono intervenute 3 ambulanze del 118 che hanno trasportato dall’ospedale di Baggiovara i feriti più gravi, un’automedica e diverse pattuglie dei carabinieri. La corsa al nosocomio, riferisce ModenaToday, si rivelerà inutile per uno dei tre giovani: un 16enne morirà sull’autoambulanza per la gravità delle coltellate subite. Rimane ricoverato in terapia intensiva e prognosi riservata un ragazzo di 22 anni, mentre il terzo ferito, un 18enne, se la caverà con dieci giorni di prognosi.

A Modena i reati causati dalle baby gang sono fuori controllo. La situazione in alcuni quadranti della città ricorda quella delle banlieue. Lo evidenzia anche Lucia Musti, pg reggente a Bologna e già procuratrice a Modena. Gli episodi di violenza «vedono indagati sempre più giovani, con un +38% di iscrizioni a carico di persone minori di 14 anni». Per il vescovo di Modena Erio Castellucci «la violenza si respira nell’aria, c’è un senso di rivalità tra etnie». Ringraziamo chi ha voluto e vuole imporre una convivenza che appare, come dimostrato dai fatti, impossibile.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

1 commento

  1. BUTTATE FUORI DALL’ITALIA QUESTI SELVAGGI.
    che diavolo aspettate?
    che la situazione sfugga di mano e la convivenza diventi una guerra civile?

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