Siena, 28 nov – Si è costituito l’uomo che venerdì scorso aveva filmato e diffuso in rete il corpo martoriato di una donna suicida che si era lanciata dalla Torre del Manga a Siena. E’ un pakistano di 23 anni, che al momento del tragico gesto si trovava in piazza del Campo e oggi si è presentato spontaneamente presso la Procura della Repubblica assistito dai difensori. Dovrà rispondere del reato di omissione di soccorso. 

Scena raccapricciante

La suicida è una donna di 35 anni, madre di due bambini che si è gettata dalla torre davanti a centinaia di senesi e turisti. Una scena raccapricciante, avvenuta a a pochi metri dagli uffici dell’amministrazione comunale. Sul posto sono intervenute immediatamente le forze dell’ordine e il personale sanitario del 118 che ha constatato il decesso. La donna, stando a quanto rivelato dal Corriere di Siena, avrebbe lasciato un biglietto nel quale avrebbe spiegato le cause del gesto.

Particolari macabri

Subito dopo il suicidio uno sconosciuto si era avvicinato al corpo senza vita della donna, filmando la scena, soffermandosi per alcuni interminabili istanti su particolari macabri. Una volta realizzato l’uomo lo ha condiviso su Whatsapp. Le immagini diffuse sono purtroppo diventate virali. I carabinieri di Siena, grazie alle telecamere di videosorveglianza presenti nella piazza, erano riusciti a ricostruire i movimenti dell’uomo. Questa mattina, accompagnato dai legali, il pakistano si è presentato spontaneamente e come richiesto dalla difesa, è stato sottoposto ad interrogatorio dal Sostituto titolare del procedimento, con l’assistenza degli Ufficiali dei Carabinieri che seguono le indagini e con la presenza dei difensori. Lo straniero ha mostrato “piena consapevolezza della gravità dell’episodio e profondo dispiacere per la condotta tenuta”.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

5 Commenti

  1. E quale sarebbe il reato contestato? La donna era già bella che spiaccicata sui sampietrini.
    Fatemi capire, Marco Cappato può restare a guardare impassibile mentre i disabili si ammazzano in Svizzera e un Pakistano non può fare altrettanto in Italia?

  2. Con tutti i gravi problemi di sicurezza che abbiamo, quella delle forze dell’ordine e della magistratura mi sembra soltanto una pura perdita di tempo. Sic!

  3. reati ? più di uno,dal vilpendio di cadavere alla omissione di soccorso se questo tuo “collega” (visto che definire “già bella che spiaccicata” una disperata che si è tolta la vota, ti pone nella stessa condizione morale del primo) non ha immediatamente chiamato il 118,limitandosi a filmare.

    comunque se ve ne andate entrambi a Islamabad,a me personalmente non mancherete per nulla,ma solo a me ben inteso.

  4. Come al solito finirà tutto in vacca (non si condannano gli assassini, come si potrebbe punire un’azione come questa).
    Resta comunque fermo che questo pakistano vince il prestigioso premio “Uomo di Merda” per l’anno 2019.

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