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Foreign fighters: l’Europa teme i reduci delle sue “guerre giuste”

by La Redazione
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SYRIA-CONFLICTRoma, 16 gen – Ben svegliata Europa. In queste ore si susseguono le notizie di cellule jihadiste di “foreign fighters” individuate in mezzo continente. Sarebbero almeno 20 quelle dormienti che sarebbero pronte a risvegliarsi in Francia, Germania, Belgio e Olanda.

Giovedì l’antiterrorismo europeo ha neutralizzato una cellula a Viviers, in Belgio: ora si è appreso che i due jihadisti uccisi erano di origine cecena ed erano tornati di recente dalla Siria. Siria e Cecenia: due guerre umanitarie che fino a qualche tempo fa era molto di moda sostenere nei salotti dem.

Non solo: due sospetti legati alla cellula jihadista belga di Verviers sono stati arrestati in Francia al valico di frontiera del Frejus mentre si apprestavano a entrare in Italia. Lo hanno rivelato fonti della polizia francese. I due erano fuggiti dal Belgio dopo il blitz in cui sono rimasti uccisi due presunti terroristi a Verviers. “Stavano per attraversare il confine nel momento esatto in cui le guardie di frontiera hanno ricevuto la segnalazione dal Belgio e sono stati arrestati”, ha riferito una delle fonti.

Nella notte fra giovedì e venerdì, intanto, sono stati eseguiti arresti anche a Parigi, almeno 12, tra cui ci sarebbe il “quarto uomo” che fornì l’auto ad Amedy Coulibaly e collaborò ai preparativi per l’attacco al supermercato kosher di Parigi. I raid hanno preso di mira Montrouge, subito fuori Parigi, dove Coulibaly uccise la sua prima vittima, una poliziotta, Grigny, dove è cresciuto, a Fleury-Merogis a sud della capitale, e Epinay-sur-Seine, a nord.

Oltre 200 agenti della polizia tedesca, infine, hanno effettuato all’alba un raid contro sospette cellule islamiste a Berlino, e arrestato due uomini di origine turche di 41 e 43 anni, sospettati di guidare “una cellula di (cinque) jiahdisti formata da turchi e russi dalla Cecenia e da Daghestan”.

Insomma, è emergenza foreign fighters. In tutto sono almeno 5.000 i militanti della jihad partiti dal Vecchio Continente per combattere in Siria, Iraq, ma anche Libia e Mali. Un esercito di 500-600 uomini sarebbe già rientrato in Europa, facilitato dal possesso di un passaporto Ue. In Italia ce ne sono almeno 50, fino a 80 secondo la Rivista italiana di Difesa, almeno una decina di loro sotto stretta sorveglianza.

Ma l’Italia è soprattutto un hub, un nodo di smistamento da dove raggiungere la Siria o ritornare in Europa, per decine di foreign fighters partiti da altri paesi europei. Anche se l’insistenza con cui si comincia a minacciare di voler arrivare a San Pietro potrebbe non far presagire nulle di buono. In tutto questo verrebbe da dire “chi è causa del suo mal…”. Il problema è che il male, qui, è tutto nostro.

Giuliano Lebelli

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