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“L’identità di genere è una me*da”: il post anti-woke di una prof fa indignare tutti

by Cristina Gauri
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identità di genere

Roma, 9 mag — «L’identità di genere… quella mer*a lì»: una dichiarazione che qualcuno avrà salutato come una liberazione — «finalmente qualcuno lo ha detto!» — ma che ha fatto cadere le mascelle dall’indignazione tante altre persone. È accaduto a Ostia, dove la professoressa dell’Istituto onnicomprensivo «Vivaldi» si è sfogata in un lungo post su Facebook (ora rimosso) lanciando invettive contro la teoria gender che va tanto di moda tra presidi woke e genitori progressisti.

Una prof contro l’identità di genere 

È stato proprio un gruppo di indignatissimi genitori a segnalare l’episodio alla dirigente scolastica, che ha immediatamente condannato il post, risalente al 9 marzo scorso. «A scuola vogliono che accompagniamo gli alunni delle medie fino al cancello esterno, vogliono che ad ogni uscita per il bagno siano accompagnati da noi docenti o dal collaboratore. Se il collaboratore non dovesse esserci noi dovremmo accompagnarli fino alla porta dei bagni», spiegava l’insegnante nel suo sfogo.

Poi passava a criticare la cosiddetta «carriera alias», un provvedimento adottato da molte scuole che consentirebbe agli studenti trans di utilizzare un nome a propria scelta nella documentazione scolastica. Una decisione presa da molti presidi che non è mai stata riconosciuta dal ministero, e che presenta svariate criticità sotto il profilo giuridico e burocratico. «Pare, sembra, che a dodici anni ormai gli stessi, considerati dal ministero dell’Istruzione come dei bimbi dell’asilo, siano abbastanza grandi da poter esercitare il loro diritto di cambiare sesso… Insomma, tutto quella roba sull’identità di genere, quella me*da lì».

La dura reprimenda

Il confronto tra la preside Federica Alessandra Inches e la professoressa, fa sapere Repubblica, è previsto per oggi. Ora rischia un richiamo scritto o una sanzione. «Sono senza parole, chiederò assolutamente spiegazioni alla docente», spiega la dirigente. «Nella nostra scuola il livello di inclusività è molto elevato, siamo un istituto comprensivo all’avanguardia in questo e ne andiamo molto fieri». Un livello di inclusività molto elevato, sì, dove i bambini, se lo desiderano, potrebbero cambiare la loro identità di genere come un paio di calzini: ci sarebbe invece da lavorare sulla libertà degli insegnanti di esprimere le proprie opinioni…

Cristina Gauri

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