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Il governo Draghi contro le firme digitali: l’ennesimo tentativo di reprimere l’opposizione politica

by Andrea Grieco
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firme

Roma, 8 lug – Il passo indietro del ministro dell’Innovazione Vittorio Colao riguardo la riforma sulla firma digitale ha destato non poco scompiglio e preoccupazione tra quei soggetti politici che fanno delle petizioni e raccolte firme uno dei loro metodi politici. Lo stesso ministro ha affermato che: “La Piattaforma non consente l’autentificazione delle firme”, abbattendo così qualunque possibile iniziativa di sottoscrizione online. Molte associazioni hanno chiesto di bloccare immediatamente la cancellazione delle firme digitali per i referendum, che porterebbe di fatto all’impossibilità di una grossa fetta di azioni politiche nel nostro paese, impedendo la libera iniziativa di gruppi organizzati di persone.

La raccolta firme come strumento di possibile opposizione

Un anno fa il Parlamento, andando contro il parere del governo, aveva approvato un emendamento che ha permesso l’utilizzo della firma digitale per la raccolta delle firme. Questa innovazione aveva aperto le porte ad una maggiore libertà di iniziativa e di intervento sull’agenda politica del governo, oltre che diminuire il peso della delega partitica che caratterizza la democrazia del nostro paese e cercare di contrastare lo strapotere del palazzo. Relativamente a questo emendamento, ad aprile scorso, il Garante della privacy espresse un parere che evidenziava dei profili critici, tra cui l’assenza di adeguate tutele relative alla gestione dei dati personali, chiedendo una revisione del testo del provvedimento.

Il governo delle restrizioni e della repressione

Proclamare la raccolta firme e petizioni online come metodo assoluto di azione politica è sicuramente errato, esistono diverse problematicità e aspetti negativi ma sicuramente in un epoca di controllo totale e di reale assenza di opposizione può essere uno strumento utile soprattutto per quei soggetti politici di piccole dimensioni ma con grande possibilità di mobilitazione e radicati sul territorio che rischierebbero di perdere l’ennesimo strumento politico. Non è un caso che proprio il governo Draghi, il più autoritario e restrittivo degli ultimi decenni, si stia rendendo protagonista di questo ulteriore tentativo di repressione di tutte quelle voci libere che non si piegano.

Andrea Grieco

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2 comments

fabio crociato 8 Luglio 2022 - 7:00

La firma digitale, basti pensare a quella che scivolosamente scarabocchiamo nelle banche, è quanto di più lontano ci possa essere da una firma netta, precisa, propria. Questo a prescindere dal resto. M…a digitale.

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Sergio Pacillo 9 Luglio 2022 - 8:13

Sogno o son desto ?

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