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Impagnatiello, il killer di Giulia Tramontano “forse sarà libero fra 10 anni”: l’ipotesi choc

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 9 giu – L’assassino di Giulia Tramontano potrebbe uscire dal carcere tra 10 anni. Sì, avete letto benissimo, Alessandro Impagnatiello forse sarà libero fra 10 anni. A lanciare l’allarme è Sebastiano Ardita, ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura e procuratore aggiunto a Catania, secondo cui l’assassino della giovane ragazza incinta potrebbe appunto “uscire dal carcere dopo una decina di anni, come è accaduto ad altri”. Secondo Ardita potrà chiedere subito un percorso di giustizia riparativa, grazie alla riforma Cartabia.

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Impagnatiello libero tra 10 anni, l’ipotesi del magistrato

Ipotesi campata in aria? Non pare proprio, perché “la riforma prevede che sin dal primo atto l’indagato deve essere informato della facoltà di accedere a percorsi di giustizia riparativa”, spiega Ardita, intervistato da Il Fatto Quotidiano. “Dal momento che la giustizia riparativa è una cosa seria e presupporrebbe una elaborazione della propria condotta, oltreché la certezza della responsabilità penale, ritengo che sia improponibile che immediatamente dopo l’arresto si possano avviare questi percorsi, anche per rispetto delle vittime dei reati. È offensivo, oltreché pericoloso, che un indagato per violenza sessuale o per omicidio possa chiedere di incontrare la vittima o i parenti prima ancora del processo”, afferma il procuratore. Per poi spiegare: “Se sarà condannato e avrà attenuanti per la confessione o il beneficio per il percorso della giustizia riparativa, fra liberazione anticipata e misure alternative o libertà condizionale, potrebbe uscire dal carcere dopo una decina di anni. Come è già accaduto ad altri”. Il magistrato si scaglia poi con un’altra caratteristica della riforma Cartabia: “Nella gran parte dei casi la procedibilità a querela andrà a danno dei più deboli tra le vittime dei reati. La minaccia e la violenza potrebbero servire a scoraggiare anche la testimonianza o la denuncia dei semplici cittadini”.

Nel frattempo vanno avanti le indagini. Adesso dagli approfondimenti si dovrebbe stabilire se vi sia stato un tentativo di avvelenamento con il topicida ritrovato – due bustine – nello zaino di Impagnatiello. Nei giorni precedenti all’omicidio, stando agli atti, Impagnatiello ha fatto ricerche su internet sugli effetti del veleno per topi sugli esseri umani. Se così fosse, per la Procura sarebbe la conferma della premeditazione, malgrado Impagnatiello si sia giustificato dicendo che ne aveva visti alcuni sul posto di lavoro.

Alessandro Della Guglia

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