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Oggi l’Italia cambia ancora colore. Campania nel mirino, ma De Luca non ci sta

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 13 nov – Tutto procede verso un nuovo e a quanto pare inevitabile lockdown nazionale: oggi arriverà la decisione sulle nuove restrizioni con un ulteriore cambio di colore in questa Italia spaccata in zone gialle, arancioni e rosse. Intanto i governatori di Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto – a forte rischio di passare da gialle ad arancioni – hanno anticipato autonomamente un nuovo giro di vite per contenere i contagi: divieti di ingresso in strade e piazze dei centri storici, limitazioni alle gite fuori porta e all’apertura dei negozi, chiusure anticipate di bar e ristoranti. E’ inoltre attesa per oggi la decisione sulla Campania, inspiegabilmente in zona gialla visto l’alto numero di contagi e la situazione al limite delle strutture sanitarie, emblematico il caso dell’anziano morto sul pavimento di un bagno del Cardarelli di Napoli. Sempre se il ministro della Salute Roberto Speranza riuscirà a prendere una decisione in giornata dopo aver esaminato il report degli ispettori e dei Nas sugli ospedali campani.

Il braccio di ferro De Luca-governo sulla Campania

Il governatore Vincenzo De Luca, in aperto contrasto con Palazzo Chigi, non ci sta a subire un cambio di colore imposto da Roma e gioca d’anticipo, annunciando zone rosse per le singole città più a rischio. Ma in serata dovrebbe appunto arrivare la decisione di Speranza sull’intera Campania. Stretta necessaria, anche per non mostrare trattamenti di favore rispetto ad altre regioni, casualmente governate dal centrodestra. Più in generale oggi arriveranno anche i dati del monitoraggio settimanale.

Nuove restrizioni ovunque, vietate pure le passeggiate

Intanto si inaspriscono le restrizioni e le limitazioni degli spostamenti. In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia intanto “non è permesso passeggiare nelle strade e nelle piazze dei centri storici, delle città e nelle aree affollate”. A Roma si è deciso di contingentare il numero di persone che possono passeggiare nelle strade dello shopping mettendo dei “separatori” e si sta valutando il divieto di stazionamento all’aperto alle 18. Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti sta valutando di varare un’ordinanza regionale per imporre una stretta sui maxistore (superiori ai 2.500 metri quadri, con la consueta eccezione di alimentari, tabaccai, farmacie ed edicole) nei giorni prefestivi e festivi. Sul fronte degli spostamenti, divieto di stazionamento a Palermo, a Verona senso unico per i pedoni, a Bari chiusi giardini e skate park. A Roma si sta valutando la chiusura del mercato di Porta Portese e di altri mercati non alimentari. A Bologna vietati eventi e manifestazioni di protesta.

Scuola, in aumento le chiusure

Per quanto riguarda la scuola, finora garantita in presenza ad eccezione delle superiori – tranne che nelle zone rosse -, arrivano nuove strette. A Palermo il sindaco ha deciso di “chiudere tutte le scuole dell’obbligo a partire da lunedì 16 novembre”. In Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia “sono state sospese nelle scuole primarie e secondarie del secondo ciclo le lezioni di educazione fisica, canto e strumenti a fiato”, in modo tale da poter rispettare sempre distanziamento e obbligo della mascherina. Il governatore della Basilicata sta valutando di spedire a casa con le videolezioni anche gli studenti delle medie e delle elementari. Nel Lazio il Tar ha confermato l’ordinanza del sindaco di Tarquinia che aveva chiuso tutte le scuole dell’obbligo.

Ancora limitazioni per i negozi

Altre restrizioni riguardano i negozi. Sempre in Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia il sabato sono chiusi centri commerciali e outlet tranne alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole all’interno delle strutture. La domenica e i festivi “è vietato ogni tipo di vendita, anche dei piccoli negozi e dei negozi di vicinato, ad eccezione delle quattro categorie”. Nei negozi può entrare “una persona per nucleo familiare, salvo per accompagnare soggetti con difficoltà o minori di 14 anni”. Nei centri commerciali e nei supermercati “va favorito l’accesso degli anziani oltre i 65 anni nelle prime due ore di apertura”.

Giro di vite contro le gite fuori porta

Quel che resta della vita sociale, ossia le passeggiate, sono a rischio assembramento. Idem le gite fuori porta. Quindi non solo chiusura di piazze e strade della cosiddetta movida ma anche controlli delle forze dell’ordine sui litorali e nelle località di campagna e montagna in tutta Italia per impedire gite nel fine settimana. In alcune regioni, dove non è in vigore il divieto di uscita dal comune perché si trovano in fascia gialla o arancione, alcuni sindaci stanno valutando la possibilità di limitare la circolazione o comunque di adottare le stesse misure adesso previste già per i centri storici e per le le aree della movida, quindi con divieto di accesso.

Entro domenica le nuove strette, ma non si dica che è lockdown

Le nuove misure anti-contagio arriveranno tra sabato e domenica “ma si daranno le 24 ore e ci sarà l’ordinanza del ministero della Salute con i presidenti delle Regioni. In ogni caso non ci sarà un Dpcm ma l’ordinanza del ministro Speranza sentiti i governatori interessati”, chiarisce il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. In sostanza, considerate le ulteriori restrizioni in arrivo su tutti i fronti il lockdown nazionale – anche se non si dice – è sempre più vicino.

Adolfo Spezzaferro

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