Roma, 25 gen – Arriva dalla Fondazione Hume un’autentica doccia fredda per chi sperava che il piano vaccinale, annunciato dal Governo ma partito tra mille problemi, potesse accelerare il processo di superamento della crisi pandemica e far raggiungere la tanto agognata immunità di gregge. Per immunità di gregge si intende una situazione in cui il virus si trasmetta – grazie al numero consistente di persone vaccinate – a velocità estremamente ridotta, con RT sotto 1, fino all’estinzione del virus stesso.
E proprio sui dati è basato il recentissimo studio della Fondazione: pubblicato sul sito fondazionehume.it si basa sull’indice DQP (acronimo di Di Questo Passo) chiamato a valutare il numero di settimane che si renderebbero necessarie per arrivare all’immunità di gregge se le vaccinazioni dovessero procedere “di questo passo”. Quindi il criterio di base è quello del significativo rallentamento nella distribuzione dei vaccini fatto registrare negli ultimi giorni e che ha portato il Governo a paventare addirittura azioni legali contro le case farmaceutiche.
355 settimane all’immunità di gregge
Veniamo quindi ai dati e ai numeri. Agli inizi della terza settimana del 2021 (18 gennaio) il valore stimato di DQP corrispondeva a 147 settimane, il che significava che il raggiungimento della immunità di gregge non sarebbe giunto prima del novembre 2023.
Ma la situazione è rapidamente precipitata se si considera che all’inizio della quarta settimana del 2021 (lunedì mattina, 25 gennaio) il dato di DQP è di 355 settimane, il che vuol dire che la immunità si potrà avere solo a novembre 2027.
Il peggioramento, oggettivamente drammatico, origina dal rallentamento delle consegne di vaccino da parte di Pfizer. Per ossequiare gli annunci iniziali del governo che avevano parlato di immunità di gregge addirittura entro l’autunno 2021, il numero settimanale di vaccinazioni dovrebbe divenire dieci volte tanto quello attuale, passando dalle attuali 210 mila a 2 milioni a settimana. La Fondazione rielabora l’indice ogni lunedi.
I parametri del’indice
Su cosa è basato l’indice. E’ strutturato attorno quattro parametri distinti: 1. una stima del numero di italiani vaccinati necessario per garantire l’immunità di gregge; 2. quante vaccinazioni sono state effettuate nell’ultima settimana (da lunedì a domenica); 3. quante vaccinazioni erano state effettuate dall’inizio della campagna (1° gennaio 2021) fino alla settimana anteriore a quella su cui si effettua il calcolo; 4. il tipo di vaccini (a 2 dosi o a dose singola).
La cattiva notizia è che nella modellazione attuale le previsioni sono basate su ipotesi ottimistiche sul funzionamento della campagna vaccinale e su quello del vaccino stesso. Ciò si traduce nel considerare la validità del vaccino, la presenza sul mercato di vaccini per ogni fascia di età, un numero elevato di vaccinati. Ma queste previsioni, come dimostra l’attuale grave rallentamento, potrebbero non essere poi corrispondenti alla realtà dei fatti.
Cristina Gauri
1 commento
Chi è vaccinato non infetta più? Dove sta scritto? Qui c’è la scheda tecnica del vaccino ad mRNA dell’EMA: https://www.pro-memoria.info/troppi-i-dubbi-sul-vaccino-diventato-dogma/
Intanto sta accadendo questo:
https://www.pro-memoria.info/comitato-di-helsinki-il-governo-israeliano-e-la-pfizer-conducono-esperimenti-illegali-sugli-esseri-umani-report/
https://www.pro-memoria.info/la-vaccinazione-di-massa-anti-covid-19-si-sta-preparando-a-una-catastrofe-sanitaria-globale/
https://www.pro-memoria.info/vaccino-covid-si-rischia-una-reazione-avversa-fatale-lintervista/
https://www.pro-memoria.info/potenziamento-e-resistenza-i-rischi-ignoti-del-vaccino/