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Sciacalli da lockdown: infermiere rubava mascherine e gel per avere sconti sulla cocaina

by Cristina Gauri
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gel mascherine e cocaina

Milano, 9 feb – Sottraeva mascherine e gel dalla struttura in cui lavorava in pieno lockdown, quando i prezzi dei presidi erano alle stelle, per ottenere sconti sull’acquisto della cocaina. E’ l’inammissibile comportamento di un infermiere emerso da un maxi blitz contro il traffico di droga eseguito stamattina dalla polizia di Milano. Sono 24 le misure cautelari applicate. Lo riporta Agi.

L’ordinanza, a firma del gip Guido Salvini sulla base delle richieste della pm Francesca Crupi, smaschera i particolari di un mercato della droga attivissimo persino durante il lockdown di marzo 2020, quando cioè tutta l’Italia stava asserragliata in casa.

Mascherine e gel in cambio di cocaina scontata 

E’ nell’ambito di una «cessione» di stupefacente che emerge l’operato dell’infermiere. L’uomo, 49 anni, si rivolge per l’acquisto della cocaina a Euprepio Carbone, «che si faceva chiamare Genny Savastano, come il personaggio di Gomorra». Dopo averlo salutato, l’infermiere riferisce al suo pusher di avere «appena smontato dalla notte e che gli aveva portato una serie di prodotti sanitari di difficile reperibilità, considerata l’emergenza Coronavirus».

Una compravendita fruttuosa

«Si ritiene – si legge ancora – che se ne sia precedentemente appropriato, verosimilmente durante il turno di notte da lui stesso citato, in ragione del suo status di operatore sanitario». Subito dopo Carbone cedeva al sanitario «un grammo di cocaina al prezzo scontato di 50 euro, sconto verosimilmente derivato dal materiale sanitario regalatogli dall’infermiere». Lo confermano le intercettazioni riportate nell’ordinanza: «Ascoltami queste sono le mascherine, queste sono quelle chirurgiche e queste FP3, questo è il gel, va bene? Fanne quello che vuoi! Questo è disinfettante per le mani chirurgico, costa un botto di soldi, lo diluisci, ti fai i tagli alle mani, è ottimo. Le mascherine quando ne ha ancora di più te le do senza problemi».

Lo spacciatore invia quindi un messaggio alla moglie: «Vedi che il dottore dove sono andato adesso mi ha dato mascherine, amuchina, sapone per le mani. Stasera porto tutto a casa».  L’indagine ha smantellato un’organizzazione composta da fornitori albanesi e da spacciatori italiani. La piazza di spaccio era localizzata a Milano, sebbene in pieno lockdown, «disponendo di grosse risorse economiche ed avvalendosi della vicinanza a note famiglie criminali come i Pompeo e i Falchi».

Cristina Gauri

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