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Maxi truffa da 440 milioni di sostegni anti Covid: 78 indagati in tutta Italia

by Ludovica Colli
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Roma, 31 gen – Scoperta maxi truffa da 440 milioni di soldi stanziati dal governo per aiutare le imprese in difficoltà con le restrizioni anti Covid. I fondi di sostegno sono finiti in modo illecito nelle mani di imprenditori e commercialisti che non ne avevano diritto. Sono 78 gli indagati nelle maxi frode scoperta dalla Guardia di finanza. L’indagine è partita da Rimini e poi si è estesa a diverse regioni.

Maxi truffa da 440 milioni di sostegni per le imprese colpite dalle restrizioni anti Covid

Nello specifico, sono 35 le misure cautelari emesse dal gip. Mentre è di 440 milioni l’importo complessivo dei fondi stanziati dal decreto Rilancio illecitamente percepiti attraverso la creazione e la commercializzazione di falsi crediti d’imposta. Sono in corso anche decine di perquisizioni. Sono oltre 100 le società coinvolte, create ad hoc per ottenere bonus locazioni, bonus per ristrutturazioni con miglioramenti sismici ed energetici e i cosiddetti bonus facciate che nell’ultimo anno hanno portato all’apertura di una moltitudine di cantieri edili in tutta Italia.

La Guardia di finanza ha scoperto come il gruppo di professionisti e imprenditori avesse creato la sede principale a Rimini, dove si incontravano e studiavano la strategia per le cessioni di crediti di imposta e il reinvestimento dei proventi. Le pratiche bonus riguardavano però lavori eseguiti in tutta Italia.

Misure cautelari in diverse regioni: otto persone in carcere e quattro ai domiciliari

L’esecuzione delle misure cautelari è scattata oltre che in Emilia Romagna anche in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto. Otto sono le persone finite in carcere e altre quattro ai domiciliari. Mentre nei confronti di 20 imprenditori è stata disposta l’interdizione all’esercizio di impresa e per tre commercialisti l’interdizione all’esercizio delle professione. Tra gli indagati, nove avevano pure presentato domanda di reddito di cittadinanza mentre altri tre avevano precedenti per associazione di stampo mafioso. Secondo quanto riporta l’Agi, i proventi della maxi truffa sarebbero stati investiti in cripto valute e lingotti d’oro

Ludovica Colli

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