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Mentre Milano sprofonda nella criminalità, Sala pensa a vietare le auto in centro

by Andrea Grieco
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Beppe Sala sindaco di Milano

Continuano le iniziative “green” e progressiste del sindaco di Milano Beppe Sala. L’amministrazione di centrosinistra a guida Partito democratico del capoluogo lombardo ha presentato l’obbiettivo di fermare il traffico delle auto private in centro città entro il primo semestre del 2024. Il pacchetto annunciato da Sala per la nuova mobilità cittadina prevede inoltre telecamere nelle zone di accesso per controllare gli ingressi, oltre ad ulteriori ampliamenti delle varie aree di transito limitato che dividono la Milano dei ricchi da quella dei poveri. Tutto questo mentre la capitale economica e finanziaria d’Italia si conferma, come nel 2022, sul gradino più alto del podio per quanto riguarda crimini come furti e rapine.

La Milano di Sala sempre più esclusiva

A margine de “Il Verde e il Blu Festival”, il primo cittadino della città meneghina ha trovato parole di elogio per il progetto di una città, a suo dire, più all’avanguardia e meno inquinante ma che in realtà si sta rivelando sempre più esclusiva. “Noi vogliamo chiudere al traffico privato il centro centro di Milano entro il primo semestre del 2024. Perché lo facciamo? Perché la realtà cittadina è di shopping, ma puoi entrare con i taxi, con i mezzi pubblici. Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo”, queste le parole di Sala dopo aver aumentato i prezzi dei trasporti e aver tagliato diverse corse di mezzi pubblici. L’idea di una Milano “città vetrina” solo shopping e grossi conti in banca si scontra con la realtà fatta di degrado, criminalità e aumento delle famiglie in difficoltà.

Una Gotham City abbandonata a sé stessa

La Gotham City italiana, in mano alla sinistra tutta Ztl e caviale, mostra in maniera evidente il divario sociale tra il centro costellato di limiti inutili e vere e proprie barriere interne (sorpassabili solo a pagamento) con le periferie abbandonate e in balia, tra le altre cose, di un’immigrazione sempre più asfissiante. “Si tratta di un’operazione che sta facendo gran parte delle grandi città internazionali”, affermava Sala tempo addietro. Se il modello è quello delle città multietniche del nord Europa o degli Stati Uniti il destino dei milanesi è già manifesto.

Andrea Grieco

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