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Qatargate e Qatar Charity, le mani dei Paesi del Golfo sui centri islamici in Italia

by Francesca Totolo
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Qatar

Roma, 28 feb – Lo scandalo Qatargate si allarga a macchia d’olio. Ora Antonio Panzeri inizia a vuotare il sacco, citando alcuni eurodeputati del Partito Democratico. Ai magistrati di Bruxelles, responsabili dell’indagine, ha detto che Brando Benifei, Alessandra Moretti e Andrea Cozzolino, già in stato di arresto, sono stati eletti nel 2019 grazie ai voti “decisivi” della comunità italo-marocchina, la seconda più numerosa in Italia. Fu l’ambasciatore marocchino a Varsavia Abderrahim Atmoun a chiedere a Panzeri chi poteva aiutarlo in Italia: “Gli ho dato i nomi di Benifei, Moretti e Cozzolino. Questi parlamentari erano rappresentati dai rispettivi assistenti durante un importante incontro che si è tenuto a Roma con Atmoun e il responsabile dei cittadini marocchini nel mondo di cui non ricordo più il nome”. Gli eurodeputati del Pd hanno smentito la ricostruzione dei fatti di Panzeri. “Antonio voleva coinvolgermi”, ha dichiarato Benifei ma ha chiarito di non aver partecipato a quell’incontro.

Abderrahim Atmoun, Francesco Giorgi e Antonio Panzeri

Negli interrogatori, Antonio Panzeri ha coinvolto anche Susanna Camusso, senatrice del Pd, e Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia. In merito all’ex segretaria della Cgil, Panzeri ricorda la volontà del Qatar di comprare il consenso dei sindacati internazionali. Per questo motivo, organizzò un incontro tra la Camusso e gli arabi, dopo il quale consegnò 50mila euro a un collaboratore della ex leader della Cgil. Interpellata, la senatrice del Pd ha risposto che non le è mai stato chiesto di supportare il Qatar e di non aver mai percepito denaro. La Camusso, però, ha affermato che era a conoscenza di “donazioni ricevute da altri sindacati per le organizzazioni più povere”. Su Lara Comi, Panzeri ha dichiarato di aver gettato nel 2019 una borsa di contanti ritirata nell’abitazione dell’eurodeputata forzista dopo il suo arresto per l’inchiesta “Mensa dei poveri”. L’avvocato della Comi ha smentito qualsiasi finanziamento illecito ricevuto dalla sua assistita. Come riporta La Verità, dalla procura di Bruxelles, è trapelato il sospetto che si tratti di un tentativo di Panzeri “di smontare l’idea che fosse il grande capo dello smistamento”.

Qatar Charity, le mani sui centri islamici in Italia

Da anni, diversi giornalisti e politici denunciano le ingerenze dei Fratelli Musulmani del Qatar in Italia grazie alla sponda di partiti compiacenti. Il libro Qatar papers ha elencato i bonifici della Qatar Charity, organizzazione emanazione del Paese islamico. Da sempre oppositrice dell’islam politico, Maryan Ismail, ex esponente del Partito Democratico, fu denunciata dal suo stesso partito perché aveva messo in luce i rapporti stretti a Milano con alcuni esponenti della Fratellanza Musulmana, tra questi Sumaya Abdel Qader, candidata dem alle elezioni comunali nel 2016. La denuncia fu poi archiviata perché effettivamente la Abdel Qader aveva fatto parte della Fioe (Federation of islamic organisations in Europe), federazione europea emanazione del Fratelli Musulmani. Le sue dichiarazioni contro una certa parte dell’islam le costarono minacce e atti intimidatori e, per questo motivo, lei e la sua famiglia vennero messi sotto protezione dalle Forze dell’ordine. L’ex parlamentare Souad Sbai, presidente dell’Associazione Donne Marocchine in Italia, ha denunciato pubblicamente il proselitismo di matrice islamista e si è sempre opposta allo strapotere di certe organizzazioni musulmane italiane, anche all’interno della Consulta per l’islam italiano del Viminale. Ciò le è costato diverse minacce di morte. L’ultima nel maggio del 2021, quando un imam, già detenuto ad Alessandria, esortò i suoi seguaci alla decapitazione della donna. Nel 2018, inspiegabilmente è stata tolta la scorta alla Sbai da un giorno all’altro, subito dopo l’uscita di Marco Minniti dal ministero dell’Interno. Anche la sottoscritta, attraverso diverse inchieste, ha documentato le ingerenze della Fratellanza Musulmana in Italia grazie a finanziamenti erogati a determinate associazioni islamiche e agli stretti legami di queste ultime con il Partito Democratico.

Maryan Ismail e Souad Sbai

Avversata dallo stesso mondo musulmano moderato italiano, l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia) ha ricevuto 30 milioni di euro per la creazione di moschee e centri di preghiera dalla Qatar Charity. L’Ucoii è peraltro diventata una voce autorevole durante i governi e le amministrazioni a guida Pd. A conferma di tale stretto legame, è stata la firma dell’allora ministro della giustizia Andrea Orlando alla convenzione che affidava proprio all’Ucoii la prevenzione della penetrazione nelle carceri dell’islam radicale. È stato pure il “Patto nazionale sull’islam” del 2017 che ha scelto tale organizzazione come interlocutore ufficiale dei governi italiani.

La bomba Qatar è deflagrata, ora serve una Commissione

Qatargate, finanziamenti della Qatar Charity, esponenti di alcune associazioni islamiche che hanno partecipato a manifestazioni in Italia di jihadisti poi partiti per la Siria, contestati bandi del Comune di Milano: è giunto il momento che il governo del presidente Giorgia Meloni istituisca una commissione di inchiesta per verificare le ingerenze in Italia dei Fratelli Musulmani, organizzazione considerata terroristica in alcuni Stati del Golfo, come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e il Bahrein. Ogni delibera comunale e ogni decisione dei precedenti governi devono essere passati sotto una lente d’ingrandimento per appurare i possibili rischi derivanti dall’estremismo islamico. Prima della sua morte, Yusouf Al Qaradawi, predicatore e leader dei Fratelli Musulmani, pronunciò una fatwa in cui pronosticava la riconquista di Roma “attraverso la predicazione e le idee”.

Francesca Totolo

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