Livorno, 4 dic – Mentre la politica discute, rimpallandosi le responsabilità, molte zone della città sono ancora alle prese con un mare di rifiuti. Così potrebbe sintetizzarsi l’attuale situazione di Livorno, che fronteggia l’emergenza dovuta allo sciopero dei lavoratori della municipalizzata Aamps. I netturbini protestano contro il piano del sindaco, il Cinque Stelle Filippo Nogarin, che ha scelto per l’azienda la strada del concordato in continuità, facendo sollevare più di qualche dubbio sul futuro della stessa.
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Dal momento in cui il primo cittadino ha annunciato che porterà i libri in tribunale, è accaduto di tutto. Prima lo sciopero, poi le rimostranze del Partito Democratico (da un anno e mezzo in minoranza dopo aver governato da sempre) e le controaccuse dei Cinque Stelle.
Ma che sta accadendo a Livorno? Succede che la municipalizzata viene da anni di malagestione targata Pci prima, Ds nel mentre e alla fine Pd. Una malagestione che ha causato un buco in bilancio da costringere la nuova giunta ad intervenire. I democratici sono preoccupati che, scegliendo la via del tribunale, emergano le loro responsabilità nell’attuale stato di quasi-dissesto. Un’eventualità che fa venire l’acquolina in bocca ai cinque stelle, che non tradiscono la loro tradizione forcaiola. Non rinunciando, nel frattempo, a gridare al complotto: secondo i grillini labronici lo sciopero e le polemiche sarebbero montate ad arte dalla struttura che ancora fa capo al Pd, con il solo scopo di delegittimare la giunta a cinque stelle.
Un’ipotesi forse fantasiosa ma, allo stesso tempo, non del tutto peregrina. Ma in termini di responsabilità, in questo anno e mezzo di governo della città di Livorno la giunta non sembra però aver fatto chissà che per invertire le sorti della municipalizzata. Valga un esempio: il sindaco ha, dal blog di Beppe Grillo, tuonato contro la precedente gestione: “Il Pd ha costruito un’azienda in cui c’è un operaio ogni 4 lavoratori, in cui si affidano i servizi a ditte esterne, in cui sono stati capaci di inventarsi la figura del “superquadrocoordinatore” che non esiste nel resto d’Italia”, dice Nogarin, secondo il quale Aamps sarebbe l’esempio del carrozzone di partito. La figura del “superquadrocoordinatore” – che, ad onor del vero, non esiste sotto tale nome – è rivestita, al momento, da cinque “figura di coordinamento” che fanno capo al direttore generale Lorenzo Fommei. E qui si scoprono gli altarini: perché è vero che Fommei fu nominato dall’allora sindaco Alessandro Cosimi, ma la sua posizione è stata confermata anche dall’attuale primo cittadino. In totale, fanno 10 mesi sotto la giunta cinque stelle e ben 17 (in aumento) sotto i pentastellati.
Non solo. A far traballare Nogarin sono anche le accuse dell’assessore (cacciato) Giovanni Gordiani, che sul caso Aamps mostra la schizofrenia del sindaco: “Sulle vicende di Aamps spesso non sono stato coinvolto. In 18 mesi quanti volte sono cambiati i vertici? Di Gennaro, l’interim di Marzovilla, poi Iacomelli. Un giorno vedo un signore entrare nella mia stanza, si presenta e mi dice: “Sono Di Gennaro, il nuovo amministratore di Aamps”. La nomina spetta al sindaco, ma almeno un sms…”. Continua Gordiani: “Solo col nuovo cda ho iniziato una collaborazione vera, ma sapete bene che questo consiglio d’amministrazione è subito finito nel mirino del sindaco. Ma è un errore, perché Iacomelli e il suo consiglio hanno ristabilito un legame tra lavoratori e azienda. Se oggi le squadre di spazzini sono in strada a pulire, la città deve ringraziare questo cda che ha ricostruito un rapporto coi lavoratori, non certo il sindaco“.
Cronache quotidiane di una politica basata solo sull’antipolitica. E che genera un’incapacità effettiva dettata dalla mancanza di programmi e di una qualsiasi visione.
Giuliano Lebelli