Roma, 18 nov – Alzi la mano chi non si è stancato di entrare in esercizi pubblici come bar e ristoranti e di sentire, in sottofondo, chiacchiere concitate, polemiche e discorsi paranoici sull’argomento che sta cannibalizzando il dibattito in qualsiasi ambito della nostra esistenza: il coronavirus.

L’atmosfera si era fatta pesante

Da qui l’idea della proprietaria del Bar Feeling, situato nella zona di Ponte Galeria a Roma: tra tanti divieti, obblighi e restrizioni, spunta quello di parlare del Covid mentre si sorseggia un caffè o si fa aperitivo. «Vietato parlare di Coronavirus», «è sconsigliato formulare possibili scenari, veggenze su prossimi dpcm, virologia», si legge su un cartello giallo bene in vista sulla macchinetta del caffè. Il motivo lo spiega la stessa barista, Cristina Mattioli: «Avevamo notato che dopo le vacanze serpeggiava il malumore tra i clienti – spiega – Tutti facevano colazione e prendevano il caffè da soli. E se qualcuno parlava era per rimuginare sul cattivo comportamento di chi in estate non aveva rispettato le regole, ecc. L‘atmosfera si era fatta pesante».

Oltre il Covid

Così Cristina ha deciso che era l’ora di «spingere i clienti a parlare d’altro. Dobbiamo ricominciare a vivere, ci sono anche altre cose che ci siamo persi oltre il Covid, dobbiamo riprenderci in mano la nostra vita normale». I clienti del bar hanno apprezzato l’iniziativa con entusiasmo: «Finalmente possiamo prenderci un caffè in santa pace», è l’osservazione di molti. «E Cristina [la barista, ndr] è molto brava a trovare argomenti di riflessione che esulino dal coronavirus. Abbiamo bisogno di respirare ogni tanto».

(Contenuto del Corriere.it)

Cristina Gauri

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