Roma, 1 lug – E’ il giorno dell’interrogatorio di garanzia per Carola Rackete, la comandante della Sea Watch che venerdì notte ha forzato il blocco della Guardia di finanza e attraccato al porto di Lampedusa per far sbarcare 42 immigrati irregolari sul suolo italiano. Oggi sarà sentita dal Gip nell’udienza di convalida dell’arresto dopo il provvedimento della custodia cautelare ai domiciliari. I reati contestati dal procuratore Luigi Patronaggio sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra, navigazione in zone vietate e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oggi pomeriggio la “capitana” sarà trasferita al Tribunale di Agrigento. La Rackete dovrà spiegare al gip le motivazioni che l’hanno spinta a forzare il blocco, ignorare deliberatamente l’alt delle autorità e a compiere la manovra con la quale ha rischiato la collisione con la motovedetta delle Fiamme gialle, mettendo a rischio la vita degli uomini a bordo dell’imbarcazione. Uno degli avvocati della comandante ha assicurato che Carola Rackete “risponderà a tutte le domande e fornirà tutte le spiegazioni che le saranno richieste”.

Rischio di scarcerazione

I pm della Procura di Agrigento hanno chiesto per lei la convalida dell’arresto ma nessun’altra misura restrittiva oltre al divieto di dimora nella provincia siciliana. Tale richiesta, quindi, potrebbe portare all’immediata scarcerazione della comandante che rimarrebbe a piede libero fino al termine delle indagini. Contestualmente il ministro dell’Interno è pronto ad emettere un provvedimento di espulsione immediata dal territorio nazionale. “Voglio sperare che ci sia un giudice che renda giustizia ai quattro militari della guardia di finanza e a un popolo di 60 milioni di persone che non vuole essere la discarica di Europa. E quindi che venga confermato l’arresto di questa criminale. Se così non fosse il ministro dell’Interno ha già dato indicazione che venga prelevata e riportata a casa sua a Berlino” ha dichiarato Matteo Salvini.

Linardi: “Colpa della GdF”

Nel frattempo Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia, spiega che “Carola si è sacrificata per portare a terra i migranti e non si è pentita di quanto ha fatto, perché ha agito in stato di necessità”, puntando il dito contro le Fiamme gialle che secondo lei avrebbero agito in maniera “irresponsabile” perché non è possibile fare “questo tipo di manovra ostruttiva” anche nel momento “in cui è stato violato un alt”. Vittimismo e delega totale delle responsabilità per la Linardi, che ha poi aggiunto: “Carola si è effettivamente scusata con la Guardia di Finanza ma non per essere entrata in porto. Mi ha detto che non aveva scelta perché non poteva fare un’altra notte in mare”, ma a giudicare dalle facce allegre e dai fisici scolpiti dei ragazzoni immigrati a bordo della Sea Watch, nessuno stava patendo fame, sete e le due criticità mediche erano già state fatte sbarcare. Punta poi il dito sulle forze dell’ordine, perché a sua detta non ci sarebbe stata “la stessa attenzione che hanno avuto per la nave per tutte quelle persone che hanno pesantemente insultato la Comandante. Si è lasciato per parecchio tempo che persone insultassero la comandante e l’equipaggio, Ho anche chiesto a un ufficiale di farci spostare ma sono stata ignorata”.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

5 Commenti

  1. Naturale.
    Se questa venisse messa alle strette ci sarebbe il rischio che canterebbe come un usignolo rivelando i nomi dei suoi padroni.

  2. Anche sta Giorgia Lunardi andrebbe deportata in Libia. Assieme a tutti quei porci negranti dai fisici scolpiti. E dalle facce allegre! Perché potranno spadroneggiare, (secondo loro), a piacimento! Cosa si aspetta a sparare loro addosso? O, in mancanza di meglio, ad usare roncole, accette, scuri, forconi, corda & sapone?

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