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I risultati dei tagli al Ssn: meno della metà della mortalità in eccesso è legata alla pandemia

by Filippo Burla
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sanità tagli

Roma, 31 ago – Un sistema sanitario vessato da un decennio di tagli e definanziamenti indiscriminati. Sul quale la pandemia si è abbattuta come uno tsunami contro palafitte di legno. Con il risultato che, nel 2020 (e peggio ancora nel 2021), meno della metà della mortalità in eccesso è dovuta al Covid. Il restante – la maggioranza – è invece imputabile al blocco di visite ed interventi chirurgici, dovuto tra le altre cose alla scarsità di risorse e personale, tutto dirottato – e non poteva essere altrimenti – verso la lotta al virus.

I terribili numeri arrivano da un recente studio dell’Università di Pavia, pubblicato sulla rivista Public Health. I ricercatori, lavorando sui dati Istat, hanno riscontrato che la mortalità in eccesso dell’anno scorso collegata al Covid riguarderebbe 4 pazienti su 10. Meno della metà dei deceduti, insomma. Ancora peggio va nel 2021, con solo 2 decessi su 10 direttamente correlabili al Sars-Cov-2. Gli altri 8 sono invece imputabili alle mancate cure per altre patologie, vuoi cardiovascolari vuoi oncologiche. Un “arretrato” (pensiamo ad esempio alla sospensione di molte attività di screening) il cui peso – in termini di vite – si fa sentire.

Mortalità in eccesso: guardiamo ai tagli al Ssn più che al Covid

I risultati della ricerca confermano quanto già si sospettava da tempo. Anzitutto che ha più sofferto chi più ha tagliato i posti letto negli ultimi anni: stando ad un’indagine Anaao Assomed, per ogni posto letto (per 1000 abitanti) in meno – in Italia sono stati ridotti del 32% dal 2000 ad oggi – si è riscontrata, nei primi 8 mesi del 2020, un +2% di mortalità. In secondo luogo che non si muore esclusivamente di Covid, ma che la mortalità in eccesso è dovuta anche – e soprattutto – a tutte quelle prestazioni che il Ssn non è riuscito ad erogare. Né avrebbe potuto, vessato com’è da almeno 10 anni di politiche di austerità. Parliamo di quasi 40 miliardi di risorse in meno rispetto a quante ne sarebbero servite, di 130 ospedali chiusi, di quasi 5mila e oltre 8mila infermieri in meno.

Filippo Burla

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